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TRENTINO ALTO ADIGE in Camper: 5 LAGHI da vedere

Lago di Braies 5

Il Trentino Alto Adige è una regione ricca di bellezze naturali, da grandi catene montuose come le Dolomiti, a bellissimi parchi naturali come l’Adamello Brenta, ma ciò che lo contraddistingue maggiormente è la presenza di numerosi laghi, tanto da essere una delle Regioni (se non la Regione) con la più alta concentrazione di laghi e specchi d’acqua d’Italia.

Ce ne sono talmente tani, che c’è l’imbarazzo della scelta.

In questo articolo ti voglio indicare i 5 laghi che, secondo me, non dovresti perderti in una visita in questa splendida Regione.

1. Lago di Braies

Qual è il lago che negli ultimi anni è il più visitato ed il più fotografato (instagram e Facebook sono pieni di foto)? La risposta è facile: il Lago di Braies

Reso famoso dalla serie tv “Un Passo dal Cielo”, questo Lago attrae milioni di turisti l’anno.

Nato da una frana e situato a quasi 1500 m. s.l.m., a nord del parco naturale Fanes-Senes-Braies e circondato dalle Dolomiti, il Lago è un vero e proprio gioiello.

In ’estate o inverno regala giornate di relax e belle passeggiate in una natura incontaminata.

Il lago ghiacciato.. uno spettacolo!

Parlando di passeggiate, da fare è sicuramente il sentiero attorno al Lago: un percorso creato nel 1910, con una parte pianeggiante ed una di saliscendi, fattibile in circa 1 ora e mezzo. 

Se, invece, ti vuoi semplicemente rilassare, prendere il solo o fare un pic-nic, il punto più amato del lago per queste attività è la riva sud, ai piedi del Croda del Becco (2.810 m).

Da vedere:

Sulla sponda destra (guardando l’entrata), si trova un’antica chiesetta dedicata alla Madonna, dove la coppia austriaca erede al trono (Francesco Ferdinando e la moglie Sofia di Hohenberg) pregò poco prima di essere assassinata a Sarajevo e dove, agli inizi di maggio del 1945, vennero liberati i prigionieri più illustri di Hitler, che il Führer teneva nascosti proprio a Braies.  

Curiosità:

Leggenda narra che il lago fu creato da selvaggi che estraevano l’oro e che lo volevano mettere al riparo dai pastori che lo volevano rubare. 

Informazioni per la visita: 

Ci sono 3 parcheggi: P1 direttamente all’ingresso del lago (il più caro), P2 a due minuti di distanza e P3 a circa 5 minuti. 

Ti avverto che i prezzi sono alti per un camper (20 euro circa, se non erro, al P1); prezzi che calano (anche se di poco) man mano che ti allontani dal Lago (il P3 è quello meno caro).

Dal 10 luglio al 10 settembre la strada ad una certa ora viene chiusa al traffico appena i parcheggi sono completi. Ti consiglio di arrivare al parcheggio del Lago o nel tardo pomeriggio/sera oppure la mattina presto.

Se non vuoi parcheggiare oppure non trovi posto, da Monguelfo e Villabassa partono gli autobus numero 439 e 442 che ti portano al lago. Per salire in bus però occorre prenotare online ed il servizio è garantito solo fino ad esaurimento dei posti.

Altra alternativa è andare in bici o a piedi (da Ferrara 1,5 ore, da Monguelfo 2,5 ore, da Villabassa 3 ore circa).

Per altri dettagli e prenotazioni biglietti, clicca qui.

2. Lago di Tovel

Il famoso lago rosso si trova nel cuore della Val di Non ed è stato protagonista di numerosi studi e ricerche per capire il fenomeno che lo rendeva unico.

Fino al 1964 un’alga, conosciuta con il nome Tovellia sanguinea, “arrosava” le acque del Lago di Tovel durante i mesi estivi più caldi.

Gli ultimi leggeri rossori, in realtà, sono stati visti all’inizio degli anni ’80, dopo di che il lago è rimasto semplicemente del colore blu con sfumature verdi su cui si riflette la natura incontaminata che lo circonda.

Curiosità:

La scienza parla dell’alga, la leggenda, invece, parla di una principessa.

Si dice che la principessa Tresenga, figlia dell’ultimo re di Ragoli, venne chiesta in sposa da molti pretendenti ma ella rifiuti tutti quanti. 

Uno di loro, Lavinto re di Tuenno, non voleva rassegnarsi e, dopo essere stato respinto per l’ennesima volta, mandò un esercito contro Ragoli nel tentativo di convincere Tresenga ad accettare la proposta. 

Né lei, né il suo popolo si sottomisero all’arroganza di re di Tuenno e, nonostante fossero inferiori in forza e numero, risposero all’attacco.

La principessa stessa non si tirò indietro e marciò con la sua gente. La battaglia ebbe luogo sulle rive del lago e vide i paesani di Ragoli soccombere sotto i colpi dei soldati di Tuenno. 

Tresenga morì per mano di Lavinto, che la uccise con un colpo di spada. 

Alla fine della giornata il lago diventò rosso per il sangue dei morti in battaglia e si dice che il Lago si colora per ricordare il coraggio degli abitanti di Ragoli e della loro principessa.

Si dice anche che la notte ella si siede sulle rive del lago a piangere per la sorte della sua gente.

Informazioni per la visita: 

Vale la pena visitare il lago perchè è un oasi di pace, in cui sarai immerso nella natura, dove neanche il cellulare ti distrarrà (non c’è segnale.. almeno per la Vodafone).

Potrai passeggiare lungo il sentiero che costeggia il lago, oppure rilassarli sulla spiaggetta leggendo un libro.

Il parcheggio per i camper è molto grande, ombreggiato, a pochi metri dal lago.

Il mio consiglio, come per il Lago di Braies, è quello di arrivarci nel tardo pomeriggio o la mattina presto, perché anche qui chiudono la strada quando il parcheggio è pieno.

3. Lago di Molveno

Come al Lago di Braies, anche qui sono stata ben due volte, una d’estate ed una d’inverno.

Incorniciato dalla catena centrale del Gruppo Brenta, dal Monte Gazza e dalla Paganella, il Lago di Molveno è il secondo lago più grande del Trentino ed il lago più profondo (124 metri).

Si tratta di un lago alpino di origine naturale formatosi circa 4.000 anni fa a seguito di una frana ed il nome deriva dall’omonimo paesino situato sulle sue sponde. Un vero gioiellino situato su una collina da cui si gode una vista su tutta la vallata e sul lago stesso.

Il Lago di Molveno per anni (dal 2011 al 2018) è stato premiato da Legambiente e dal Touring Club Italiano con “5 vele”, nonché è stato proclamato 2 volte “il lago più bello d’Italia” (nel 2014 e nel 2019) per la qualità dell’acqua, della spiaggia, dei servizi e della sicurezza.

E’ un luogo amato da pescatori, escursionisti, ciclisti, velisti e anche per chi ama rilassarsi, in quanto ivi sono presenti numerose spiagge e baie.

Pare che le acque del lago nascondono una foresta preistorica, con insediamenti risalenti l’età del bronzo.

Cosa potrai fare:

  • Una passeggiata lungo le rive del lago di Molveno, in cui potrai scovare (sulla riva occidentale) diversi Fortini Napoleonici (resti delle fortificazioni erette dal Comando Militare Austriaco nei primi anni dell’’800), nonchéil “Ponte di Napoleone”, una cascata che riversa le acque all’interno del lago.
  • Farti un bagno (è un lago balneabile) e goderti un po’ di relax sulla spiaggia.
  • Girare il lago in bicicletta dal porticciolo fino alla punta in fondo (un’oretta circa di percorso), oppure farlo in barca.
  • Se hai bambini, l’acqua park senz’altro sarò di loro gradimento.
  • Salire fino all’altopiano di Pradel, con la comoda funivia panoramica (aperta da maggio ad ottobre).

Informazioni per la visita: 

A pochi metri dal lago si trova un’area sosta camper attrezzata (non costa poco, circa 25 euro, ma è comoda per visitare tutti i dintorni).

Dall’area camper c’è un sentiero, percorribile a piedi o in bici, che arriva fino ad un posto veramente bello, che la prima volta che l’ho visto ho reputato “fatato”, di cui purtroppo non so il nome.

4. Lago di Tenno

Formatosi da una enorme frana dal monte Misone intorno al 1100, il Lago di Tenno è un altro luogo ideale per rilassarsi immersi nella natura ed è lo specchio d’acqua più pulito d’Italia.

(Immagine presa dal web)

Ciò che caratteristica maggiormente questo lago è la strada che percorri per arrivare dinanzi alle sue sponde: man mano che scendi i 120 gradini che troverai all’ingresso, scoprirai la meravigliosa vegetazione in cui predomina il blu-turchese del lago.

Sul litorale orientale si trova anche una piccola isola, raggiungibile a piedi in quanto d’estate l’acqua scopre il lembo di terra.

Intorno al lago ci sono varie spiaggette in ghiaia, piuttosto affollate nel periodo estivo e prima di scendere le scalette per raggiungere il lago si trovano due ristoranti. Lungo il lago c’è anche un chiosco bar con il servizio di noleggio canoe e pedalò.

Cosa potrai fare:

Canale di Tenno
  • La prima cosa che ti consiglio è visitare Canale di Tenno, un magnifico Borgo, iscritto ai “borghi più belli d’italia” risalente al 1211. Parzialmente abbandonato dopo la prima guerra mondiale e dopo lo sviluppo della zona industriale tra Riva del Garda e Arco, Canale rinacque dopo la seconda guerra mondiale, quando molti artisti rimasero ammaliati da questo antico borgo che conserva tutt’oggi l’impianto urbanistico originario, formato da quattro strade che convergono nella piazzetta, da case in pietra ed da caratteristici avvolti, che collegano le abitazioni l’una all’altra. Oggi Canale conta circa 50 abitanti ed il sostentamento maggiore è il turismo sia estivo (grazie anche a manifestazioni come il “Rustico Medioevo”, che le prime due settimane di agosto porta in scena momenti della vita medievale nel borgo), che invernale (durante i weekend che precedono Natale, le viuzze del Borgo ospitano i Mercatini di Natale).
  • Fare il bagno, visto che si tratta di un lago balneabile, quindi se avrai il coraggio di tuffarti nelle acque gelide del lago potrai farlo tranquillamente.
  • Fare un giro lungo il lago, in quanto c’è una pista ciclo-pedonale ad anello.
  • Vedere la Cascata del Varone ed il Parco Grotta del Varone, un percorso che si snoda tra ponti, scale, sentieri e tunnel scavati nella montagna.

Informazioni per la visita: 

Vicino al Lago si trova un’area di sosta camper (non molto grande, ma comoda) qui.

Canale di Tenno si raggiunge a piedi attraverso un percorso ben segnalato che parte a poca distanza dall’ingresso del Lago.

Se hai necessità di fare la spesa, nel paese Ville del Monte si trova una piccola Coop, raggiungibile a piedi oppure in bus.

5. Lago di Ledro

Quest’utlimo lago per me è stata una scoperta quasi del tutto casuale.

Passavamo per la strada e, affacciandomi al finestrino, vedo questo lago blu che mi attrae come una calamita.

Situato a 655 m s.l.m. ed originario della quarta era glaciale, il Lago di Ledro si trova a poca distanza dal Lago di Garda, ma non ha nulla da invidiare al “fratello maggiore”.

Le sue acque blu limpidissime, in cui possiamo fare il bagno nelle calde giornate estive, contornate dal verde del paesaggio che lo circonda, lo rende senza dubbio uno dei più bei laghi del Trentino.

Curiosità:

Nel 1929 sono state trovate circa 10.000 palafitte risalenti all’età del bronzo presso il paese di Molina.

Tale ritrovamento è stato scoperto in occasione del forte abbassamento delle acque del lago avvenuto per la costruzione della Centrale idroelettrica ed è il motivo per cui questo lago è divenuto famoso.

Le spiagge:

  • Pieve di Ledro, una spiaggia pubblica che offre anche servizi come un campo da beach volley, un campo da minigolf, un parco giochi per bambini, bar e pizzerie;
  • Molina di Ledro, la spiaggia più grande, che si estende su un prato verde ed offre servizi come il noleggio di barche o canoe, un campo da beach volley, campi da tennis, servizi igienici ed un bar;
  • Mezzolago, vicina al paese di Pieve di Ledro, anch’essa costituita da un ampio prato, offre servizi come parco giochi per bambini, noleggio di barche e pedalò e tavoli per pic-nic;
  • Pur, è la spiaggia più tranquilla, la più selvaggia e quella animal friendly. Si trova sulla sponda sud del lago.

Cosa potrai fare:

  • Nuotare, pescare oppure fare un giro in canoa, in barca a vela, provare il windsurf solo le attività principali.
  • Visitare il Museo delle Palafitte, il cui villaggio risale a 4.000 anni fa ed è una delle testimonianze palafitticole più importanti d’Europa (nel 2012 l’area archeologica di Ledro è stata proclamata patrimonio mondiale dell’UNESCO tra i “Siti palafitticoli preistorici dell’arco alpino”).
  • Fare il giro del lago (percorso facile di circa 10 km).
  • Percorrere la strada panoramica del Ponale in bici o a piedi: un percorso ciclo-pedonale che arriva a Riva del Garda.
  • Vedere la cascata Gorg d’Abiss.
  • Esplorare la Val Concei, che offre una rete di escursioni a piedi o in bicicletta.
Museo delle Palafitte – Photo Credits: Wikipedia

Informazioni per la visita: 

In piena stagione purtroppo non sarà facile trovare posto per il camper, ma, comunque, ci sono varie opzioni:

ෆ 𝒞𝑜𝓃𝓈𝒾𝒹𝑒𝓇𝒶𝓏𝒾𝑜𝓃𝒾 𝐹𝒾𝓃𝒶𝓁𝒾 ෆ

I laghi a me trasmettono un senso di pace assoluta. Diciamo che è il potere della natura.

Ne ho visti diversi, dai più caotici (come il Lago di Garda) ai più tranquilli e sperduti tra le montagne, ma questi laghi che ti ho elencato entrano di gran lunga nella mia personale lista di preferenze.

Hai visto uno (o più) di questi laghi? Se sì, quale/i?

Quale, invece, non hai visto e ti attrae di più?

Raccontamelo nei commenti, se ti va 😊.

Spero di averti dato tutte le informazioni necessarie, ma se dovessi aver dimenticato qualcosa e mi vuoi chiedere informazioni più dettagliate, scrivimelo nei commenti oppure tramite e-mail a ambra@unagiramondosquattrinata.it.

Come dico sempre, sarò lieta di aiutarti per quanto mi è possibile ☺️.

Ps. Domani partirò per un lungo viaggio (di un mese circa). Spero di ritrovarti quando ti racconterò dove sarò stata e le mie nuove avventure 😙!

A presto 😉..

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TRENTINO ALTO ADIGE in camper: VAL DI FUMO e VAL DI RABBI

Val di Fumo 3

Posso dire di aver visto tanti luoghi del Trentino, sia d’estate che d’inverno (amo questa regione) e se ce ne sono due, tra i tanti, che ti voglio invitare a vedere sono senz’altro questi.

Val di Fumo

La Val di Fumo è il “piccolo Canada” italiano.

Una valle incontaminata di origine glaciale posta nel cuore del Parco Naturale Adamello Brenta ed ai piedi del Carè Alto, al confine tra il Trentino e la Lombardia.

Un posto magico incastonato tra il verde del suo paesaggio e la limpidezza dell’acqua del fiume Chiese, che, in alcuni tratti, crea meravigliose cascate. 

Diciamo le cose come stanno, è il mio posto preferito.

Informazioni per la visita:

La Val di Fumo si raggiunge dal parcheggio del lago Malga Bissina (in cui potrai sostare gratuitamente qui anche la notte), da cui parte un sentiero che costeggia un lato della diga ed arriva fino al Rifugio Val di Fumo, che è un’ottima base per le escursioni nell’Adamello-Brenta.

La passeggiata all’interno di questo paradiso è molto comoda, con poco dislivello (massimo 150 metri). Entrerai dentro il Parco Nazionale dell’Adamello Brenta e per arrivare al Rifugio Val di Fumo percorrerai circa 6 km.

Ti consiglio di starci almeno 2-3 giorni perché, oltre a questo percorso che ti ho appena detto, potrai anche vedere (sempre partendo dal parcheggio) l’altro versante, ovvero la Valle Daone, costernata di piccoli laghetti alpini e di tanti sentieri più o meno facili. 

La Valle Daone è molto gettonata per gli amanti dell’ice clamping, in quanto ivi sono presenti i ghiacciai dell’Adamello.

Val di Rabbi

La Val di Rabbi è un altro fantastico posto. Ideale per rilassarsi, godersi la natura ed il benessere che ti regala.

Si trova nel cuore del Parco Nazionale dello Stelvio e si snoda lungo il torrente Rabbies per 12 chilometri ad una quota che va dagli 800 m. s.l.m ai 1400 m. s.l.m. 

✩。❣。✩

Di cose da fare ce ne sono diverse e ti voglio indicare quali non dovrai perderti:

  • le Cascate del Saent sono la meta più famosa e più visitata. Si trovano presso la località Coler (raggiungibile anche con un bus che parte dal parcheggio “ai forni”), dove parte un bellissimo sentiero pianeggiante che costeggia il torrente Rabbies. Il pezzo più impegnativo è quello finale, dove si trova una scalinata abbastanza ripida che costeggia le due cascate;
  • il Ponte Tibetano, altra attrazione super frequentata (che mi è quasi costata la vita 😅, non scherzo, sono svenuta salendo la scalinata che porta al Ponte e per fortuna, non so come, non sono caduta di sotto nel dirupo) in cui camminerai, dopo aver fatto una bella coda, a 60 metri sospesi sopra la cascata Ragaiolo;
  • il percorso kneipp nella frazione San Bernardo è una vera chicca, soprattutto se fatto dopo una giornata di camminate. L’ingresso costa 3,00 € e si tratta di un’area verde delimitata da uno steccato che offre un susseguirsi di diversi tipi di suolo (cortecce, sassolini, legnetti) che regalano un massaggio naturale, oltre all’acqua gelida che arriva dal ghiacciaio per aiutare la circolazione ed un laghetto per fare i fanghi alle gambe. E’ aperto dal 12 giugno al 26 settembre e ci si arriva comodamente in bus;
  • Antica segheria veneziana, una incredibile opera di ingegneria meccanica che permetteva di tagliare le piante sfruttando la potenza dell’acqua e realizzare meravigliose opere. Durante l’estate la segheria viene messa in funzione dai funzionari del Parco Nazionale dello Stelvio, che ti spiegheranno e faranno vedere tutto il meccanismo.

Per gli amanti delle Terme, a Rabbi Fonti si trova uno stabilimento termale rinominato per la sua acqua ricca di ferro ed anidride carbonica.

Informazioni per la visita:

Tutte queste attività che ti ho appena citato le puoi fare partendo dall’area di sosta camper “Al Plan.

Chiamarla area di sosta è alquanto riduttivo, non solo per la sua grandezza (anche in alta stagione non dovresti avere problemi a trovare posti), ma perchè offre davvero tutto ciò che ti darebbe un campeggio al prezzo però di un’area sosta.

E’ completamente immersa nella natura e dotata di ogni comfort (prese elettriche ad ogni piazzola, docce calde, bagni, lavandini esterni, parco giochi per bambini, un bar con possibilità di acquistare pane fresco ogni mattina ed un servizio di spesa e pizza a domicilio).

✿ Cᴏɴsɪᴅᴇʀᴀᴢɪᴏɴɪ Fɪɴᴀʟɪ ✿

Credo che, più che dalle mie parole, dalle immagini avrai capito quanto sono belli questi posti.

Se fossi in te, se ancora non hai deciso cosa fare quest’estate, li prenderei seriamente in considerazione 😉! A tal proposito, se hai bisogno di qualche informazione in più, consigli o per qualsiasi altra cosa, commenta qui sotto oppure scrivimi via e-mail a ambra@unagiramondosquattrinata.it.

Se, invece, ci sei già stato, raccontami la tua esperienza (se ti va) in queste magiche valli trentine 🥰.

A presto 😉!

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TRENTINO ALTO ADIGE in camper: SANTUARIO DI SAN ROMEDIO e SENTIERO NELLA ROCCIA

San Romedio 3

Nella Val di Non sorge un antichissimo eremo costituito da 5 chiesette sovrapposte, costruite tra il 1000 (la chiesa originaria che venne costruita sulla tomba del Santo) ed il 1918 (costruita in segno di ringraziamento a Maria Addolorata per la quiete ritrovata la Prima guerra mondiale), su uno sperone di roccia ed unite tra loro tramite una lunga (e ripida) scalinata.

✧ ѕтσяια є Ɩєggєηɗα ✧

Il nome deriva dall’eremita Romedio di Thaur, i cui fedeli alla sua morte scavarono la sua tomba nella roccia e sul quale aleggiano diverse leggende, ma la più conosciuta è quella che riguarda un orso.

Si narra che Romedio, ormai anziano, voleva recarsi a Trento per incontrare il vescovo in groppa al suo cavallo. Per far ciò chiese ad un suo discepolo di sellargli il cavallo, questi però tornò indietro terrorizzato raccontando che un orso aveva sbranato il cavallo. 

Il vecchio eremita non si scompose e gli disse: “Allora metti le briglie all’orso” ed il discepolo, con titubanza, seguì l’ordine, sellando l’orso che portò Romedio a destinazione.

Quest’episodio è ricordato da una statua posta accanto all’arco trionfale all’ingresso del Santuario.

✞ cσѕα тяσνєяαι αƖƖ’ιηтєяησ ✞

Il Santuario di San Romedio è una nota meta di pellegrinaggio ed è un bellissimo esempio di arte cristiana medievale. 

Al suo interno sono custodite molte opere artistiche del XV, XVI e XVII secolo, tra cui:

  • la Madonna con Bambino, l’Ultima Cena ed una serie di angeli e santi si trovano nella prima chiesa di San Romedio;
  • i Dottori della Chiesa ed i simboli dei 4 evangelisti si trovano nella Chiesa di San Giorgio;
  • una pala del XVI secolo che raffigura l’Arcangelo Michele che caccia Lucifero all’inferno, si trova nella chiesa di san Michele, sopra l’altare;
  • a pala dell’altare raffigura l’antico eremita con l’orso al guinzaglio, mentre gli affreschi delle pareti raffigurano i dodici apostoli, l’Annunciazione e l’Assunzione della Madonna si trovano nella chiesa maggiore di San Romedio.

✰ єνєηтι ✰

Durante l’estate (covid permettendo), nel Santuario si svolge “l’Estate Romediana” che comprende una serie di manifestazioni culturali e musicali.

Il 15 gennaio di ogni anno, invece, in occasione della festività del Santo, si celebra una messa e si può mangiare anche un tipico piatto del pellegrino.

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Visitare il Santuario, però, è solo la destinazione finale. Come ogni viaggio, la bellezza non si trova nella sua destinazione, ma nel percorso che ci porta a tale destinazione. 

Ed è di quel percorso che ti voglio parlare.

Per arrivare al Santuario ci sono 3 modi: in auto fino al parcheggio ai piedi di San Romedio, in navetta da Sanzeno (attiva solo da metà luglio fino a metà settembre) ed attraverso il suggestivo Sentiero nella Roccia.

✦ ιƖ ѕєηтιєяσ ηєƖƖα яσccια ✦

Il Sentiero nella Roccia è un percorso scavato nella roccia (appunto) che cade a strapiombo sulla valle del rio di San Romedio. 

La partenza è di fronte al Museo Retico di San Zeno, dove peraltro potrai parcheggiare (a pagamento) il camper. Da qui il percorso parte su una passerella di legno, attraversa un tratto di bosco ed arriva alla parte più suggestiva di tutte.

Il paesaggio che potrai ammirare intorno è te è qualcosa di sensazionale. Mi raccomando però a non distrarti troppo, in alcuni tratti la roccia è bassa e rischi di battere la testa!

Il percorso è facile (adatto a tutti), sicuro, ben segnalato e quasi tutto in pianura (solo nell’ultimo pezzo c’è una salita). Sono circa 2,7 km e in poco meno di 1 ora ti porterà ai piedi del Santuario, dove ti attenderà la parte più faticosa da fare: salire i 131 gradini che ti porteranno in cima.

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👉🏻Informazioni per la visita👈🏻:

Il Santuario di San Romedio è aperto ogni giorni dalle 9:00 alle 17:30 (da ottobre ad aprile), dalle 9:00 alle 18:00 (maggio, giugno e settembre) e dalle 8:30 alle 19:00 (luglio ed agosto).

Le messe, si svolgono dal lunedì al venerdì da settembre a giugno alle ore 16:00 ed a luglio ed agosto alle ore 17:00. Ogni domenica, invece, ci sono due messe, una alle 9:00 ed una alle 11:00.

L’ingresso è gratuito.

Se vuoi percorrere il Sentiero nella Roccia, puoi parcheggiare il camper qui, altrimenti c’è il parcheggio ai piedi del Santuario, di cui, però, non posso garantirti se ci puoi arrivare in camper oppure no (è un parcheggio per auto).

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STRADA DELLE 52 GALLERIE, Monte Pasubio

52 Gallerie 4

A cavallo tra il Veneto ed il Trentino si trova un percorso escursionistico di grande interesse storico e paesaggistico: la Strada delle 52 Gallerie.

La Storia

La mulattiera fu costruita tra febbraio e dicembre del 1917 dalla 33° Compagnia Minatori del 5° Reggimento dell’Arma del Genio dell’Esercito Italiano, con l’aiuto di 6 centurie di lavoratori, su idea del Capitano Leopoldo Motti, al fine di servire il fronte del Pasubio durante la Prima Guerra Mondiale e permettere la comunicazione ed il transito di uomini e rifornimenti al riparo dalla vista e dal fuoco del nemico.

Essa è un vero e proprio capolavoro di ingegneria militare, considerate le condizioni dell’epoca ed il tempo impiegato (solo 10 mesi).

La Strada

La Strada delle 52 Galleria è lunga 6.555 metri (2.335 dei quali sono suddivisi nelle 52 gallerie scavate nella roccia, la cui larghezza media è di 2,50 metri), ha una pendenza che raggiunge il 22% e si snoda fra Bocchetta Campiglia (1.216 m) e le Porte del Pasubio (1.934 m), attraversando il versante meridionale del monte, caratterizzato da guglie, gole profonde e pareti rocciose.

Le Gallerie

Ogni galleria è numerata ed ha una propria denominazione:

  • 1ª Cap. Zappa (Giuseppe Zappa, comandante 33a Compagnia Minatori dal 17 Gennaio a 22 Aprile 1917)  lunga 17 metri;
  • 2ª Gen. D’Havet (Giuseppe D’Havet, comandante del Genio del 5° Corpo d’Armata) lunga 65 metri;
  • 3ª Rovereto 14 metri;
  • 4ª Ten. Battisti (Cesare Battisti, irredentista trentino, volontario del Corpo degli Alpini del Regio Esercito, catturato dalla Milizia imperiale austriaca, processato e giustiziato per alto tradimento) lunga 31 metri;
  • 5ª Oberdan (Guglielmo Oberdan, irredentista triestino, organizzatore dell’attentato all’Imperatore Francesco Giuseppe I d’Austria, fu condannato a morte per impiccagione dalla giustizia austriaca per alto tradimento, diserzione in tempo di pace, resistenza violenta all’arresto e cospirazione) lunga 10 metri;
  • 6ª Trieste lunga 17 metri;
  • 7ª Gen. Cascino (Antonino Cascino, medaglia d’oro al valore militare, Comandante dell’VIIIª Divisione Fanteria, caduto sul Monte Santo il 29 settembre 1917) lunga 35 metri;
  • 8ª Gen. Cantore (Antonio Cantore, medaglia d’oro al valore militare, Alpino Comandante della IIª Divisione Fanteria, caduto sulle Tofane il 20 luglio del 1915), lunga 23 metri;
  • 9ª Gen. Zoppi (Gaetano Zoppi, Comandante del V° Corpo d’Armata fino a giugno 1916, dal quale dipendeva il settore del Pasubio) lunga 78 metri;
  • 10ª Sauro (Nazario Sauro, irredentista istriano, Tenente di Vascello della Regia Marina Italiana, catturato dagli austriaci a causa di un’avaria del suo sommergibile, processato e condannato a morte per fucilazione nel 1916) lunga 12 metri;
  • 11ª Randaccio (Giovanni Randaccio, medaglia d’oro al valore militare, facente parte della Brigata Toscana, caduto sul Carso il 28 maggio 1917), lunga 28 metri;
  • 12ª Cap. Motti (Leopoldo Motti, ideatore della Strada, caduto il 29 settembre 1917 a causa dell’esplosione della prima mina austriaca al Dente Italiano) lunga 95 metri;
  • 13ª Filzi (Fabio Filzi, irredentista istriato, catturato sul Corno di Vallarsa insieme a Battisti e condannato a morte per alto tradimento a Trento il 12 luglio 1916) lunga 27 metri;
  • 14ª Cap. Melchiori (Oscar Melchiori, Comandante la 26ª Compagnia Minatori, caduto a causa dell’esplosione della prima mina austriaca al Dente Italiano il 29 settembre 1917) lunga 61 metri; 
  • 15ª Tortona lunga 45 metri;
  • 16ª Reggio Calabria lunga 74 metri;
  • 17ª Bergamo lunga 52 metri;
  • 18ª Parma lunga 46 metri;
  • 19ª Re (Vittorio Emanuele III, Re d’Italia) lunga 318 metri;
  • 20ª Cadorna (Luigi Cadorna, Capo di Stato Maggiore dell’Esercito Italiano, sostituito dal Generale A. Diaz nel novembre 1917 dopo la disfatta di Caporetto) lunga 86 metri;
  • 21ª Porro (Carlo Porro, Sottocapo di Stato Maggiore dell’Esercito Italiano, sostituito nel novembre 1917, come Cadorna, dopo la disfatta di Caporetto) lunga 20 metri;
  • 22ª Breganze lunga 8 metri;
  • 23ª Gen. Capello (Luigi Capello, Comandante del V° Corpo d’Armata dal quale dipendeva il settore del Pasubio) lunga 18 metri;
  • 24ª Bologna lunga 16 metri;
  • 25ª L’Aquila lunga 11 metri;
  • 26ª Napoli lunga 24 metri;
  • 27ª Picone (Corrado Picone, sostituto del Ten. Zappa al comando della 33ª Compagnia Minatori rimanendovi fino alla fine del conflitto) lunga 98 metri;
  • 28ª Genova lunga 14 metri;
  • 29ª La Spezia lunga 31 metri;
  • 30ª Miss lunga 10 metri;
  • 31ª Gen. Papa (Achille Papa, Medaglia d’oro al valore militare, Comandante della Brigata Liguria sul Pasubio, caduto sulla Bainsizza nell’ottobre del 1917, al quale è intitolato anche il rifugio alle Porte del Pasubio) lunga 72 metri;
  • 32ª Palazzolo lunga 48 metri;
  • 33ª minatori (33ª Compagnia Minatori del V° Genio che realizzò la Strada delle Gallerie) lunga 57 metri;
  • 34ª Gen. Giustetti (Umberto Giustetti, Comandante del Genio della Iª Armata dal 15 maggio 1917 al 20 marzo 1919) lunga 132 metri;
  • 35a Trani lunga 10 metri;
  • 36a Garibaldi (Peppino Garibaldi, nipote di Giuseppe Garibaldi, Comandante della Brigata fanteria Alpi) lunga 12 metri;
  • 37ª Balilla (Giovanni Battista Perasso, detto Balilla, patriota genovese che diede inizio alla rivolta popolare contro gli occupanti dell’impero asburgico, durante la guerra di secessione austriaca bel 1746) lunga 26 metri;
  • 38ª Torino lunga 29 metri;
  • 39ª Mantova lunga 53 metri;
  • 40ª Trento lunga 10 metri;
  • 41ª 26ª Minatori (la 26ª Compagnia Minatori che svolse il pericolosissimo compito di eseguire i lavori di perforazione dei cunicoli ed il caricamento delle camere di mina durante la guerra di mine sul Pasubio) lunga 24 metri;
  • 42ª Macerata lunga 19 metri;
  • 43ª Polesine lunga 55 metri;
  • 44ª Zappatori Liguria (unità militare di fanteria del Regio Esercito che contribuì alla realizzazione della Strada) lunga 22 metri;
  • 45ª Plotone 25ª minatori (il Plotone Autonomo della 25ª Compagnia Minatori che terminò i lavori sulla Strada delle Gallerie nel periodo settembre-dicembre 1917) lunga 83 metri;
  • 46aª Piceno (la Brigata Piceno, 235° e 236° fanteria, che operò nel Pasubio dall’ottobre 1917 al marzo 1918) lunga 65 metri;
  • 47ª Pallanza (il 249° Reggimento fanteria che operò nel settore Posina fino al 9 ottobre 1918 e nel Pasubio) lunga 22 metri;
  • 48ª Cesena lungo 14 metri;
  • 49ª Soldato italiano 19 metri;
  • 50ª Cavalieri di Vittorio Veneto (dedicata ai reduci della Grande Guerra ai quali, nel 1968, in occasione del cinquantenario, fu riconosciuto il titolo di Cavaliere di Vittorio Veneto) lunga 27 metri;
  • 51ª Plotone minatori sardo (esecutore dei lavori di mina sul Dente Italiano e partecipante alla realizzazione del pezzo finale della Strada nel tratto tra Passo Fontana d’Oro e Porte del Pasubio) lunga 66 metri
  • 52ª Sardegna lunga 86 metri.

Le Gallerie più caratteristiche sono: la 19ª che, oltre a essere la più lunga (320 m), ha un tracciato elicoidale a 4 tornanti e si trova all’interno di un gigantesco torrione di roccia; la 20ª, avvitata su sé stessa come un cavatappi; la 43ª, che corre sotto il passo Fontana d’Oro (1.875 m) e la 47ª in quanto, alla sua uscita, si raggiunge il punto più alto della strada (2.000 m), dal quale si può godere di un panorama unico.

Il Percorso

La strada delle 52 gallerie è un percorso praticabile esclusivamente a piedi (l’uso della bicicletta è vietato a causa dei numerosi incidenti mortali avvenuti negli anni) e solo nel periodo estivo.

La partenza è dal parcheggio di Bocchetta Campiglia e l’arrivo è al Rifugio Papa. Il sentiero è identificato dal segnavia 366 ed ha un dislivello totale di circa 750 metri.

Il percorso è fattibile in circa 3 ore (a seconda del passo).

L’escursione è alquanto impegnativa (direi di media difficoltà) e non è adatta a tutti, non solo per il dislivello, ma anche perchè alcuni tratti del percorso sono veramente pericolosi e scoscesi.

Di fondamentale importanza, oltre ad avere scarpe da trekking ed una borraccia, è avere con sé una torcia (la torcia del cellulare è troppo debole, non ti aiuterebbe), in quanto alcune gallerie sono lunghe, completamente buie ed il percorso al loro interno può essere scivoloso.

Una volta che sarai giunto al Rifugio Papa, ti consiglio di fermarti a gustare il gulasch con patate e polenta fritta.. una delizia!

Per tornare al parcheggio è sconsigliato fare le Gallerie, perciò si scende per la Strada degli Scarubbi, anch’essa costruita durante la Prima Guerra Mondiale, più lunga ma di facile percorrenza.

«── ⋅ʚ♡ɞ⋅ ──»

Se sei amante della storia e ti piace fare trekking, questa è un’escursione che ti straconsiglio di fare.

La strada che percorrerai è molto suggestiva (per la sua storia) ed il paesaggio che le fa da contorno è qualcosa di spettacolare e non potrai fare a meno di fermarti ad ammirarlo e fotografarlo.

Come detto poc’anzi, il percorso è impegnativo, ma se l’ho fatto io, che non sono una grande escursionista e non sono allenata, sono sicura che ci riuscirai anche te.

Considera anche che io l’ho fatto in una giornata di pioggia (cosa che ti sconsiglio di fare), con la nebbia che ci ha accompagnato per un bel pezzo del percorso.

«── ⋅ʚ♡ɞ⋅ ──»

Se hai bisogno di qualche informazione in più, consigli o qualsiasi altra cosa, non esitare a scrivermi nei commenti o via e-mail a ambra@unagiramondosquattrinata.it.

Come sempre, sarò lieta di aiutarti 🙂.

A presto 😉

ItaliaMercatini di NataleTrentino Alto Adige

5 Mercatini di Natale in Trentino Alto Adige da NON perdere

Levico 3

Visto il periodo natalizio in cui siamo ed anche se a malincuore quest’anno non potremo visitare i mercatini di Natale (il Covid ci ha rovinato anche questa piccola gioia), vorrei stilare la mia personale “TOP 5″.

In un momento storico come questo dobbiamo poter viaggiare con la fantasia..

Riguardando le foto e ripensando ai giorni in cui camminavo tra le bancarelle, accompagnata dal profumo del vin brûlé e dei dolci mi è venuta una grande nostalgia..

Manca anche il suono delle chiacchiere e delle risate, gli abbracci ed i baci, la normalità insomma.. la verità è che andare ai mercatini di Natale per me non è solo per far shopping, ma per l’atmosfera che li circonda..

In questo anno così buio, il Natale spero che ci illumini e ci scaldi un po’.

Bando alle ciance e cominciamo…

1. Mercatini di Natale di Rango

Partiamo subito a bomba con il mio mercatino di natale preferito..

Rango è un borgo nella provincia di Trento, un piccolo luogo fuori dal mondo, dove il tempo sembra essersi fermato.

Ciò che rende unico questo mercatino è la location suggestiva; infatti le bancarelle si trovano nelle vecchie case contadine, per l’esattezza in vecchie cantine, stalle, portici e soffitte.

E’ uno dei pochi mercatini visti che mantiene la tradizione di vero e proprio mercatino di natale artigiano, ci sono pezzi davvero unici che non troverai da altre parti!

Ivi si trova anche un piccolo Museo di Presepi ed un Villaggio di Babbo Natale, per il quale se hai bambini, credimi impazziranno!

>Aperture: in genere sono aperti da metà novembre (solo il fine settimana) al 6 gennaio.

>Info: https://www.mercatinidirango.it

2. Mercatini di Natale di LEVICO TERME

Siamo sempre nella provincia di Trento, in una piccola città che rievoca lo stile Ottocentesco e nobiliare.

Anche qui la location, a mio avviso, è unica e bellissima, all’interno del Parco secolare degli Asburgo.. si cammina lungo i vialetti, immersi tra alberi tinti di bianco ed illuminati dalla luce delle bancarelle..

>Consiglio: da vedere anche il centro storico ed il lago!

>Aperture: in genere sono aperti da metà novembre (solo nei weekend) fino al 6 gennaio.

>Info: https://www.visitlevicoterme.it/it/mercatini-di-natale/51-104/

3. Mercatini di Natale di VIPITENO

Senza dubbio, per me è il mercatino di Natale più bello della provincia di Bolzano.

Vipiteno è una piccola cittadina medievale, simboleggiata dalla Torre delle Dodici (risalente al 1486) che sovrasta tutto il centro storico, circondata dalle Alpi..

Le bancarelle si trovano nella piazza principale del centro, proprio sotto la Torre delle Dodici.

>Aperture: in genere sono aperti da metà novembre fino al 6 gennaio.

>Info: https://www.vipiteno.com/it/scopri-vipiteno.html

4. Mercatini di Natale di BRESSANONE

Bressanone mi ha davvero stupito. Non pensavo che mi sarebbe piaciuta così tanto.

I mercatini si trovano in Piazza Duomo e le bancarelle offrono veramente di tutto e di più.. a prezzi eccezionali rispetto, soprattutto, ai prezzi di Merano e Bolzano.

>Aperture: in genere sono aperti dal 27 novembre al 6 gennaio.

>Info: https://www.brixen.it/it

5. Mercatini di Natale di TRENTO

Trento l’ho vista tante volte, in tante vesti.. d’inverno con la neve, d’estate con il sole e la pioggia. ed è una città che adoro.. ma quando ci sono i mercatini di Natale beh, ha tutto un altro aspetto!

Essi si trovano in più piazze: Piazza Fiera, vicini alle mura della città, e Piazza Cesare Battisti.

Il grande albero di natale, invece, si trova in Piazza Duomo ed in Piazza Santa Maria Maggiore si trova la Casa di Babbo Natale.

>Consiglio: non perderti la visita alle principali attrazioni della città: dalla Basilica di San Vigilio, al Castello del Buonconsiglio, senza dimenticare il MUSE (Museo delle Scienze). 

>Aperture: in genere dal 21 novembre al 6 gennaio

>Info: https://www.mercatinodinatale.tn.it

Extra: 6. Mercatini di Natale di MERANO

Ho voluto mettere Merano come extra per un semplice motivo: ci sono stata due volte ed entrambe le volte sono rimasta incerta sul dire se mi piacciono oppure no.. nel senso che li ho trovati un po’ anonimi, come quelli di Bolzano (che, come vedrai, non ho voluto mettere nella mia Top 5). Non me ne volere! Non mi sentivo, però, di escluderli dal momento che, in ogni caso, mi sembra doveroso vederli.. e, soprattutto, mi sembra doveroso vedere Merano, che è una splendida cittadina..

I mercatini si trovano lungo il fiume Passirio, dal Kurpromenade fino a Piazza della Renna.

>Consiglio: non stare dietro solo ai mercatini, visita la città.. è molto bella! Cammina sotto i portici della città vecchia e visita il Castello Trauttmansdorff, detto anche Castello di Sissi, con i suoi splendidi giardini.

Se vuoi, puoi anche rilassarti alle Terme che si trovano sulla riva del fiume Passirio, dalla parte opposta rispetto alla passeggiata dove ci sono i mercatini, in Piazza Terme.

>Aperture: in genere dal 29 novembre al 6 gennaio.

>Info: https://mercatini.merano.eu

⋅.˳˳.⋅ॱ˙˙ॱ⋅.˳˳.⋅ॱ˙˙ॱᐧ.˳˳.⋅

Questa è stata la mia personale Top 5, qual è la tua?

Quelli da me citati li hai visti? Se no, quali tra questi vorresti vedere per primo?

Scrivimelo, se ti va, nei commenti.. 🙂

A presto.. 🙂

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Scrivimi e seguimi :-)