La Giordania è davvero affascinante e sono sicura che ti sorprenderà.

É un Paese ricco di storia, cultura e natura.. da vedere e da vivere!

Se hai “solo” 6 giorni e non vuoi perderti nessuna delle attrazioni principali, leggi questo articolo :-). 

Come detto anche qui, la Giordania è un Paese piccolo e si presta benissimo per un viaggio di qualche giorno.

Questo è stato il mio itinerario:

Situata lungo la Strada dei Re ed a 35 km dalla Capitale giordana, Madaba è una delle città più antiche della Giordania. 

Le sue origini risalgono a 4500 anni fa. 

Fu dominata inizialmente da una tribù israelita, poi dai greci, dai Nabatei, dai romani, dai bizantini (dove la città vide il suo periodo di massima espansione) fino ai persiani.

Dopo un terremoto devastante, avvenuto nel 747 d.C, la città fu abbandonata per circa 1100 anni. Venne ripopolata alla fine del XIX secolo, quando alcune comunità cristiane, scappando da Kerak durante le crociate, si stabilirono ivi. Furono loro, nel 1897, a scoprire i mosaici.

Questa piccola cittadina custodisce dei tesori da non perdere, tra cui:

Una chiesa greco-ortodossa del XIX secolo che custodisce il più grande capolavoro di Madaba: un enorme mosaico che raffigura la Mappa della Terra Santa, ad oggi la più antica cartina della Palestina.

Il mosaico fu realizzato intorno al 560 d.C. ed originariamente era lungo dai 15 ai 25 metri e largo 6 metri ed era formato da oltre 2 milioni di tessere.

La Mappa comprende oltre 150 località e 157 didascalie in greco che che segnano i principali siti biblici del Medio Oriente, dall’Egitto alla Palestina.

All’ingresso della Chiesa si trova un gigantografia del mosaico originale.

  • Informazioni per la visita:

La Chiesa è aperta dalle 8 alle 17:30. L’entrata non è inclusa nel Jordan Pass (ne ho parlato qui) e costa 1 jod.

Costruita all’inizio del XX secolo, è una delle più antiche chiese antiche della Giordania.

La facciata di questa chiesa è fatta di pietra antica ed il cortile è pieno di colonne romane con capitelli corinzi.

L’attrazione principale è il Museo dell’Acropoli, nel seminterrato della Chiesa. Al suo interno è presente un pozzo che risale a 3000 anni fa (epoca di Moab), tuttora funzionante, oltre ad alcuni resti di edifici preesistenti.

Oltre a questo, vi è un Campanile, che offre una vista sulla città, in quanto è il punto più alto di Madaba. Per salire sul Campanile bisogna destreggiarsi tra campane, funi e ripidi scalini, però ne vale la pena.

  • Informazioni per la visita:

La Chiesa è aperta dalle 8 alle 18:00. Anche per questa Chiesa, l’entrata non è inclusa nel Jordan Pass e costa 1 jod.

Questo museo a cielo aperto, istituito negli anni ’90 a seguito degli scavi e dei lavori di restauro che hanno riportato alla luce testimonianze importanti della storia di Madaba, ospita, tra i tanti mosaici, il più antico mosaico della Giordania, risalente al I secolo a.C. (che si trova all’ingresso del sito).

All’interno del Parco Archeologico si trovano anche i resti della Chiesa della Vergine Maria, costruita nel VI secolo e scoperta nel 1887 sotto la pavimentazione di una casa.

Il mosaico centrale è veramente un capolavoro risalente al 767 d.C. .

Altri mosaici degni di nota solo quelli della Chiesa del Profeta Elia e quelli nella cripta.

  • Informazioni per la visita:

Il Parco Archeologico è aperto dalle 8 alle 18:00. L’ingresso è incluso nel Jordan Pass.

A circa 45 km da Madaba e lungo la strada che costeggia il Mar Morto, si trova la Riserva Biosfera di Mujib (così proclamata dall’Unesco nel 2011), ovvero la riserva naturale più bassa del mondo.

Costituita da un deserto montuoso, con scogliere e gole profonde che attraversano gli altipiani, essa si estende dai monti di Madaba fino a Kerak.

Le unità rocciose del Wadi Mujib risalgono a circa 500 milioni di anni fa.

Il fiume che scorre all’interno della gola entra nel Mar Morto a 420 metri sotto il livello del mare. In alcuni punti, però, tocca i 900 m. s.l.m. e questo dislivello di 1.300 metri, combinato con l’acqua che scorre tutto l’anno da sette affluenti, fa sì che il Wadi Mujib goda di una magnifica biodiversità.

Sono state registrate oltre 300 specie di piante, 10 specie di carnivori e numerose specie di uccelli permanenti e migratori.

-> Se vuoi goderti questo spettacolo naturale, in questo articolo ti spiego come fare :-).

Consiglio: costeggiando il Mar Morto, lungo la strada che dal Wadi Mujib ti condurrà a Wadi Musa (Petra, per intenderci), fermati al parcheggio di Salt Beach, ne vale la pena!

Immaginati la scena.. 

É sera, ormai il sole ha lasciato spazio alla luna e alle stelle.. più di 1500 candele illuminano il sentiero (2 km) ed una leggera musica di sottofondo accompagna i tuoi passi..

Arrivi al Tesoro, prima illuminato solo da centinaia di candele poste sulla sabbia, poi da molteplici colori.. 

Che dire.. STUPENDO ed EMOZIONANTE!

Credo fermamente che sia una di quelle esperienze che non dimenticherò mai!

-> Se vuoi un approfondimento su Petra bynight, anche per decidere se ne vale la pena o no, leggi questo articolo.

L’antica città di Petra, Patrimonio Unesco dal 1985, è un luogo di un fascino incredibile e vederlo di persona va ben oltre ogni immaginazione!

È impossibile rimanere indifferenti davanti alla sua incredibile bellezza, soprattutto pensando che ha 2000 anni! 

Petra è più grande di quello che si pensi e ci sono tantissimi sentieri da poter percorrere.

Avendo una giornata di tempo, ho fatto il Main Trail, il percorso più famoso, dove lungo i suoi 8 km A&R si vedono i monumenti storici più importanti.  

In questo articolo troverai la storia, i luoghi che fanno parte del Main Trail e tutte le informazioni necessarie per una visita in completa autonomia a questa meraviglia del mondo.

ll deserto del Wadi Rum è la terra dei beduini, una popolazione di origini antiche che cercheranno ti trasmetterti la gioia e la magia di vivere in questo posto, dichiarato Patrimonio UNESCO nel 2011. 

La bellezza di questo luogo, che T. E. Lawrence considerava “vasto, echeggiante e simile ad una divinità” è la sua particolarità: non è come gli altri deserti, dove ci sono solo dune di sabbia. Qui si alternano montagne, blocchi di roccia e canyon plasmati dal vento.

Oltre a questa magnifica conformazione, nell’area si trovano numerose tracce di antiche civiltà (thamudeni e nabatei), come pitture ed incisioni rupestri ed alcuni templi, oggi in rovina.

Cosa farai quando sarai a Wadi Rum?

Nel Wadi Rum si possono fare numerose attività, tra cui: trekking, arrampicate, tour in jeep (che possono essere di 2, 4, 6 ore o per l’intera giornata) e tour in cammello.

Oltre a questo, l’esperienza più bella che uno possa fare è DORMIRE NEL DESERTO.

Passare la notte in uno dei Camp tendati, a mio parere, è un must in un viaggio in Giordania.

I beduini ti accoglieranno a braccia aperte. Potrai mangiare dell’ottimo cibo cucinato interamente sotto la sabbia, ascoltare musica e canti tradizionali vicino al fuoco e sotto le stelle (che io non ho potuto vedere per il temporale, sono stata sfortunatissima in questo), bevendo tè alle erbe.. 

a) L’entrata nel Wadi Rum è inclusa nel Jordan Pass.

b) Se hai un auto a noleggio, potrai arrivare autonomamente fino al Wadi Rum Village, dove dovrai parcheggiare. Lì ti aspetteranno gli organizzatori dei tour o i proprietari dei camp.

c) Le escursioni in Jeep non sono affatto economiche (per un tour di 2-3 ore si parte da 40-45 Jod a persona, ovvero circa 50-55,00 €). Se deciderai di dormire nel deserto, al momento della prenotazione ti consiglio di informarti subito sul prezzo e di trattarlo (qualcosa potresti risparmiare).

Costruito tra il 1141 ed il 1161 e situato su uno sperone roccioso a circa 900 metri di altitudine, all’interno delle mura dell’antica città di al-Karak, il Castello di Kerak è uno dei siti archeologici più importanti della Giordania. 

Il territorio sul quale sorge faceva parte del Regno di Gerusalemme ed i primi insediamenti risalgono all’età del ferro.

Intorno al 900 a.C Kerak divenne la capitale del regno Moabito.

Grazie alla sua grande importanza strategica, fu conquistata dai Nabatei prima e dai Romani dopo, che se ne impadronirono intorno al 105 d.C..

All’arrivo dei bizantini, al-Karak divenne un vescovato ed il Castello fu usato come roccaforte nel periodo delle crociate. Venne assediato numerose volte e nel 1176 cadde nelle mani di Rinaldo di Chatillon, un cavaliere francese, noto per la sua sconsideratezza.

Durante un periodo di pace tra cristiani e musulmani, Rinaldo saccheggiò le carovane di mercanti e pellegrini che si recavano alla Mecca, tendando anche un attacco alla Mecca, rompendo così i trattati di pace siglati nel 1183. Saladino, il governatore della Siria e dell’Egitto, di tutta risposta assediò la città, mettendola a ferro e fuoco, e prese il Castello. Saladino risparmiò la vita agli abitanti, ma uccise Rinaldo con le sue stesse mani.

Nei secoli successivi la città ebbe un susseguirsi di “regnanti”, finché cadde, nel 1840, sotto Ibrahim Pasha d’Egitto, che conquistò il Castello, distruggendo gran parte delle sue fortificazioni.

La storia dell’ “Assedio di Kerak”, viene raccontata, in modo romanzato, nel film “Le Crociate” di Ridley Scott.

La sue dimensioni sono impressionanti, anche se purtroppo è in stato di rovina.

Tra porte (la monumentale Porta Ottomana e la Porta dei Crociati, l’antico ingresso), sale (tra cui gli alloggi dei soldati, che riportano incisioni rupestri), gallerie (come la Galleria dei Crociati, sede delle vecchie scuderie), cucine (che conservano ancora le grandi macine in pietra usate per la produzione di olio e farine ed i forni, dove si trovano alcune iscrizioni in greco), cortili con spalti che si affacciano sui pendii rocciosi (dove si narra che Rinaldo gettasse i suoi nemici) e cunicoli sotterranei, il Castello somiglia ad un labirinto.

Purtroppo non ci sono cartelli esplicativi e nemmeno una “mappa” che ti possa aiutare a capire dove ti trovi. Se non hai una guida cartacea, che ti permette di conoscere la storia e capirei vari luoghi, ti converrebbe prendere una guida.

  • Informazioni per la visita:

Il Castello è aperto ogni giorno dalle 8 alle 18:30. L’ingresso è incluso nel Jordan Pass.

Ci troviamo a circa 430 metri sotto il livello del mare, nel mare più salato del mondo!

Il Mar Morto è conosciuto soprattutto per proprietà benefiche delle sue acque (ricchissime di sali minerali), conosciute dai tempi dei Romani e sfruttate come cura per patologie dermatologiche e osteo-articolari. 

Immergersi nelle sue acque è una delle cose più divertenti ed assurde che abbia mai provato.

A causa della sua elevata salinità (10 volte maggiore rispetto alla media mondiale), nuotare è impossibile, stare in piedi è un’impresa, guai se ti metti a pancia in giù.. l’unica cosa che puoi fare è.. galleggiare!

1) in un litro d’acqua del Mar Morto sono disciolti circa 350 grammi di sale.

2) il suo nome deriva dal fatto che l’eccessiva salinità non consente la sopravvivenza di nessuna specie animale o vegetale. Solo alcuni microrganismi riescono a viverci. 

3) il Mar Morto è destinato a scomparire. Il livello dell’acqua diminuisce di circa 1 metro all’anno e purtroppo, ad ora, non sono state trovate né soluzioni efficaci, né accordi tra Giordania ed Israele per cercare di salvarlo.

Ci sono spiagge gratuite (che non sono vere e proprie spiagge, ma coste frastagliate talvolta pericolose, sprovviste di qualsiasi cosa, come acqua dolce per potersi risciacquare) e spiagge private (attrezzate).

Tra quelle gratuite ti ri-menziono “Salt Beach”, mentre per quelle attrezzate ti spiego in breve come funziona: se non hai intenzione di pernottare in uno dei Resort, puoi comunque accedere alla loro spiaggia privata pagando una quota giornaliera che parte dai 20 jod a persona in su.

Considerando i costi e la comodità, io ho optato per soggiornare al Ramada Resort Dead Sea.

– NON toccarti gli occhi con le mani bagnate e nemmeno la bocca (te ne pentiresti amaramente);

– NON depilarti il giorno stesso;

– EVITA di rimanere in acqua per più di 20 minuti consecutivi.

Storici ed archeologici affermano che Betania è il luogo in cui Giovanni Battista fu battezzato, ha vissuto, predicato e dove battezzò Gesù. 

Betania non è solo un luogo di pellegrinaggio, ma un vero e proprio tesoro archeologico risalente al I secolo d.C., patrimonio UNESCO dal 2015. 

La visita a Betania sarà guidata (in inglese o arabo), perchè è proibito girare il sito in autonomia per questioni di sicurezza (essendo a confine con lo Stato di Israele).

Durante la visita si scorgeranno in lontananza tantissime Chiese costruite l’una vicina all’altra, ma l’unica che fanno vedere da vicino è la Chiesa greco-ortodossa di San Giovanni Battista.

Il giro prosegue verso la riva sacra del Giordano, dove tantissimi pellegrini (sia dal lato giordano, che israeliano) si recano per immergersi come fece Gesù più di 2000 anni fa. 

Si arriva poi al Sito del Battesimo di Gesù (Al-Maghtas), dove ci sono i resti di 3 Chiese antiche costruite una sopra l’altra. 

  • Informazioni per la visita:

Il sito è aperto ogni giorno dalle 8 alle 17 (ultimo ingresso ore 15).

L’ingresso non è incluso nel Jordan Pass e costa 12 Jod, ma se si acquista insieme al Jordan Pass si ottiene uno sconto (8 Jod al posto di 12).

La durata della visita guidata è di circa 1 ora. 

Ci troviamo nel luogo in cui Mosè vide per la prima volta la Terra Santa (che non riuscì mai a raggiungere) ed è qui, secondo il Libro del Deuteronomio, che morì all’età di 120 anni. 

All’interno del sito, si trovano, tra le altre cose:

Una costruzione del IV secolo voluta per commemorare il luogo della morte di Mosè.

A partire dal 1932 i frati Francescani, che gestiscono il Sito, la ristrutturarono e portarono alla luce i numerosi e splendidi mosaici, risalenti al 530 d.C., che si trovano al suo interno.

Il simbolo del Monte Nebo fu realizzato dall’artista fiorentino Gian Paolo Fantoni e rappresenta l’unione del calvario di Gesù (raffigurato con la croce) ed il Nehushtan, il bastone che Mosè innalzò nel deserto per proteggere gli israeliti.

Questa croce stilizzata ha una forma di serpente, ispirandosi alle parole di Gesù: “E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna sia innalzato il Figlio dell’uomo”.

Essa si trova lungo la terrazza panoramica, nel luogo in cui si può ammirare il Mar Morto, Gerico e Gerusalemme e dove Mosè ammirò la Terra Promessa.

Poco dopo l’ingresso si trova questa scultura realizzata nel 2000 dall’artista Vincenzo Bianchi nel quale vengono riportate citazioni (scolpite in greco, latino ed arabo) prese dal vangelo di San Giovanni e dalle lettere di San Paolo. 

  • Informazioni per la visita:

Il sito è aperto ogni giorno dalle 9 alle 16. L’ingresso non è incluso del Jordan Pass ed il costo è di 2 Jod.

A prescindere dal credo religioso, a mio parere, luoghi come questi, così ricchi di storia, vanno assolutamente visitati. 

Con i suoi 5000 anni di storia, Amman è una delle città più antiche delle mondo e la città più popolosa (e caotica) della Giordania. 

Costruita su 7 jabal (colli) come Roma, le sue origini risalgono all’Età del Bronzo.

Durante l’Età del Ferro era conosciuta con il nome di Rabbath Ammon, poi i Greci la ribattezzarono con il nome Philadelphia.

Amman vide susseguirsi molteplici dominazioni, ma la più importante fu quella Romana, che lasciò in eredità i 2 siti archeologici più importanti della città, ovvero:

Situata su uno dei 7 colli della città (Al Qala’a), da cui si gode la migliore vista su Amman, la Cittadella è la principale attrazione della Capitale giordana.

Qui si trovano, tra le altre cose: 

– il TEMPIO DI ERCOLE, costruito dal governatore Geminio Marciano tra il 162 e il 166 d.C., è la struttura più significativa della Cittadella. Si trova sull’Acropoli, il punto più alto e panoramico, ed è formato da 6 colonne di marmo di 10 m.;

– il PALAZZO OMAYYADI, costruito durante la prima metà del VIII secolo, è bellissimo esempio di architettura islamica ed arte iraniana. Purtroppo gran parte del complesso è in rovina;

– la CHIESA BIZANTINA, risalente al VI-VII secolo d.C., di cui purtroppo rimangono solo resti ed alcune parti di un mosaico; 

– il MUSEO ARCHEOLOGICO GIORDANO, che ospita un’importante collezione di ritrovamenti preistorici (oggetti di vita quotidiana, statue, sarcofagi e gioielli) che risalgono al XV secolo. 

  • Informazioni per la visita:

La Cittadella è aperta ogni giorno dalle 8 alle 19. L’ingresso è incluso nel Jordan Pass.

Costruito tra il 138 e il 161 d.C. dall’Imperatore romano Antonino Pio, con i suoi 6000 posti è il più grande della Giordania ed è tutt’oggi utilizzato per vari spettacoli. 

Il Teatro si sviluppa su 3 settori: il più basso era destinato ai cittadini illustri, quello mediano ai militari e quello più alto al popolo.

All’interno si trova anche il MUSEO DEL FOLKLORE che ospita indumenti ed oggetti di cultura tradizionale. 

  • Informazioni per la visita:

Il Teatro è aperto ogni giorno dalle 8 alle 20, mentre il Museo è aperto dalle 8 alle 19. L’ingresso in entrambi i luoghi è incluso nel Jordan Pass.

Altre attrazioni da non perdere nella Capitale sono:

L’area più antica della città, nonché il centro del commercio.

Una zona ricca di viuzze colorate (tra cui la famosa Rainbow Street), suq, negozi, caffetterie e ristoranti.

Costruita tra il 1982 e il 1989 in onore del defunto re Hussein, è il fulcro spirituale e religioso della città e può contenere circa 7.000 fedeli all’interno ed altri 3000 nel cortile.

La sala di preghiera è sormontata da un’enorme e magnifica cupola di mosaico blu ed azzurro di 35 metri di diametro.

Anche il soffitto della stessa sala è di colore azzurro (che rappresenta il cielo) con strisce dorate (che rappresentano i raggi di luce) e le iscrizioni presenti citano versetti del Corano. 

  • Informazioni per la visita:

La Moschea è visitabile ogni giorno, gratuitamente, tranne il venerdì e durante le funzioni religiose. Per accedervi gli uomini devono avere pantaloni lunghe e le donne devono coprirsi la testa, le braccia e le gambe (all’ingresso vengono messi a disposizione dei foulard e delle abeyya).

Se ti trovi ad Amman e ti va di fare qualche attività extra, clicca qui.

L’antica Gerasa si trova nel Nord della Giordania, a circa 30 km dalla Capitale Amman.

Le prime tracce di insediamenti risalgono al Neolitico. ma il primo insediamento importante fu da quello parte dei Greci, dopo la conquista di Alessandro Magno.

Con l’arrivo dei Romani la città crebbe economicamente e si espanse.

L’invasione persiana, prima, e la conquista araba, dopo, causarono un periodo di decadenza.

Un devastante terremoto nel 747 portò terribili conseguenze all’architettura ed il completo abbandono della città da parte della popolazione.

Questo stato di abbandono perdurò fino al 1900, quando venne scoperto portato alla luce il sito archeologico, che era stato sepolto dalla sabbia.

Proprio grazie a questa incredibile scoperta, Jerash è divenuta la seconda attrazione turistica più visitata del Paese (la prima è Petra).

All’interno si trovano:

Eretto durante l’inverno del 129.130 d.C. in onore della visita alla città dell’Imperatore.

Era nato come porta meridionale della città, ma la zona compresa tra l’Arco e l’attuale porta sud (che si trova a circa 200 metri di distanza) non fu mai completata.

Eretto tra il I ed il III secolo accanto all’Arco di Adriano, l’ippodromo, per le sue notevoli dimensioni (245 m di lunghezza x 52 metri di larghezza) poteva ospitare fino a 15.000 spettatori ed era usato per gare di atletica e corse di bighe (che vengono fatte ancora oggi). 

La Porta di Adriano (sul fondo) e l’Ippodromo (a destra)

Realizzato intorno alla metà del I secolo d.C. in forma ellittica per collegare il Tempio di Zeus al Cardus Maximus, è costituito da con 56 colonne ioniche e lastricato con pietre di calcare.

Al centro della grande piazza centrale si trova una fontana risalente al VII secolo d.C..

La funzione del Foro ancora oggi non è stata chiarita. Alcuni studiosi pensano che fosse il centro del commercio cittadino, altri lo ritengono un luogo di culto.

Costruito nel 162 d.C. sulle rovine di un preesistente santuario romano, il complesso è formato da un recinto esterno e da un cortile sacro e da una scalinata in pietra che conduce ad una terrazza da cui si gode una splendida vista panoramica su tutto il dito archeologico. 

Alle spalle del Tempio di Zeus si trova il Teatro Meridionale, costruito tra l’81 ed il 96 d.C., che poteva ospitare circa 5.000 spettatori distribuiti su due piani.

A nord c’è il Teatro Settentrionale, più piccolo del primo, costruito nel 165 d.C. ed ampliato nel 235. Poteva ospitare fino a 2000 persone ed era destinato ad assemblee politiche. 

Il Cardo Massimo era la via principale della città. Lunga 800 metri e costituita da 500 colonne, parte dal Foro ovale ed arriva alla Porta Nord e dava l’accesso ai diversi palazzi ed ai luoghi principali della vita cittadina, come il Macellum, l’antico mercato cittadino di carne e pesce che si trovava dentro un cortile quadribolato.

Il Cardo conserva ancora la pavimentazione originale; infatti, si possono vedere i solchi dei carri e gli scolo dell’acqua. 

Lungo il Cardo Massimo sorge questa monumentale fontana, la più importante della città, costruita nel 191 d.C., dedicata alle ninfe.

Era molto decorata ed era composta da due piani: il piano inferiore rivestito in marmo e quello superiore intonacato, il tutto sormontato da una semicupola a forma di conchiglia, da cui cascava l’acqua raccolta in una grande piscina, da cui defluiva nella strada attraverso 7 teste di leoni, sorretta da capitelli corinzi ancora ben conservati. 

Un complesso situato nella parte alta della città, formato da 3 Chiese costruite l’una di fianco all’altra:

– la Chiesa di San Giorgio, risalente al 530 d.C. e frequentata dai fedeli fino al VIII secolo. Ospitata splendidi mosaici, depredati durante l’occupazione degli Omayyadi (un califfato);

– la Chiesa di Giovanni Battista, edificata nel 530 d.C. a forma di cavallo, anch’essa riccamente decorata da mosaici, danneggiati nel corso dei secoli;

– la Chiesa dei Santi Cosma e Damiano, consacrata nel 533 d.C., conserva mosaici in buone condizioni, molti dei quali oggi si trovano al Museo delle Tradizioni popolari di Amman.

Edificato tra il 150 ed il 170 d.C. e dedicato alla dea Artemide, è formato da 11 colonne corinzie, realizzate in pietra ed una monumentale scalinata di accesso.

Il Tempio era rivestito in marmo, ma, in seguito ai decreti dell’imperatore Teodosio del 391-392 d.C., fu smantellato.

Durante il periodo bizantino fu trasformato in una bottega di terraglie ed utensili da cucina, mentre durante la dominazione araba fu fortificato, divenendo una fortezza per far fronte alle invasioni crociate.

I crociati lo distrussero quasi completamente.

  • Informazioni per la visita:

Il sito archeologico è aperto ogni giorno dalle 8 alle 16, da novembre ad aprile, e dalle 8 alle 18:30, da maggio ad ottobre. L’ingresso è compreso nel Jordan Pass.

❃ Conclusioni ❃

L’itinerario sopra scritto può essere fatto anche al contrario. Per gestire meglio le tappe, considera l’ora in cui arriverai in terra giordana (ed anche l’ora di partenza per l’Italia).

Per scelta personale, non sono stata ad Aqaba, sul Mar Rosso (ho preferito dare priorità ad altri posti), ma nulla vieta di non poterlo fare. Ti consiglierei, però, ti di aggiungere almeno 1 giorno all’itinerario, perché i posti che ti ho scritto sopra (in my opinion) sono imperdibili.

Se hai bisogno di consigli su dove alloggiare, quale assicurazione e sim locale fare, ecc., leggi questo articolo, potrebbe esserti utile.

Per altre informazioni, consigli o delucidazioni, puoi scrivermi nei commenti o contattarmi per e-mail a ambra@unagiramondosquattrinata.it

Sono a tua completa disposizione e sarò felice di aiutarti :-).

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A presto…

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