Nel momento storico in cui ci ritroviamo oggi, dove è fondamentale rimanere a casa, una delle cose belle da fare non è solo sognare il prossimo viaggio, ma è rivivere nella propria mente i viaggi che abbiamo fatto, cercando di riportarci indietro a quei giorni per assaporarne ogni aspetto.
Nel primo articolo della serie “Road To Scotland” ti ho parlato della mia organizzazione del viaggio, dell’itinerario schematico, ecc.. Adesso invece voglio addentrarmi nel particolare e raccontarti questi fantastici 10 giorni alla scoperta della Scozia, in una sorta di diario di viaggio.
Indice
- 1°-2°-3° giorno: Edimburgo
- 4° giorno: Castello di Alnwick
- 5° giorno: Falkland, St. Andrews, Dunnottar Castle, Aberdeen
- 6° giorno: Elgin, Culloden, Loch Ness-Urquhart Castle, Inverness
- 7° giorno: Clava Cairns, Inverness, Torridon, Applecross, Bealach na Ba road, Plockton
- 8° giorno: Isola di Skye
- 9° giorno: Eilean Donan Castle, Glenfinnan, Fort William, St. Conan’s Kirk, Castle Stalker, Kilchurn Castle, Doune Castle, Falkirk
- 10° giorno: Falkirk
1°-2°-3° giorno: Edimburgo
Come iniziare il Tour in grande stile.
Edimburgo ha quel fascino medievale che è difficile trovare in altre città. Ogni scorcio, ogni stradina ti porta indietro nel tempo..
Primi intoppi
La prima cosa importantissima che dovevamo fare (atterrate ad Edimburgo) era prendere l’auto a noleggio.
Emozionata ed agitata perché da li a poco avrei dovuto guidare al contrario, non mi ero ancora resa conto che eravamo in ritardo con l’orario di ritiro!
Dopo aver chiesto a qualsiasi persona che passava accanto a noi, dopo aver chiamato la compagnia di noleggio, mi ero arresa.. il punto di ritiro era introvabile!
(Google Maps non era d’aiuto: era vietato attraversare l’aeroporto a piedi, dovevamo per forza trovare il pulmino che ci portasse al banco di ritiro.. pulmino che non avevamo idea di dove si trovasse… mannaggia!)
Erano quasi le 21 (l’auto era prenotata per le 20:30) ed il panico stava prendendo il sopravvento. La macchina era fondamentale per quel viaggio tanto atteso.
Nel girare su e giù per l’aeroporto, sconfortate dal fatto che non sapevamo più dove andare, per puro caso trovammo una coppia di ragazzi che erano sul nostro stesso volo e che (per l’appunto) dovevano ritirare anche loro l’auto presso il banco della Goldcar.
Miracolo vuole che tutti insieme siamo riusciti a raggiungere il posto.
Arrivati lì, però, ci attendeva una brutta sorpresa: il casottino era già chiuso. Lo stavano letteralmente portando via perché c’era un’emergenza di vento forte e pioggia…. Inutile dire che mi ero già vista tutta la vacanza rovinata….
Per fortuna un operaio che era presente in loco ci disse di tornare la mattina dopo per ritirare l’auto, garantendoci che non ci sarebbero stati problemi.
E così è stato.
L’indomani mattina, dopo una notte insonne, la macchina era nostra!
(presa bagnata e restituita bagnata.. però la pioggia che l’ha battezzata ci ha portato fortuna 😉 !)
La paura di aver rovinato un intero viaggio ha fatto posto all’ansia, all’emozione ed all’adrenalina di iniziare a guidare con un temporale allucinante dal lato sbagliato della macchina.. e della strada!
Partiamo.. Destinazione: trovare parcheggio vicino al centro di Edimburgo..
Gira, rigira e rigira ancora per trovare un buon parcheggio ed eccolo.. non proprio economico ma eravamo sotto il Castello di Edimburgo..
10 minuti di cammino e ci siamo ritrovate sotto il “The Hub”.. il nostro punto di partenza nella Royal Mile.
Nel cuore della città
Appena arrivata nel cuore pulsante della Old Town, mi guardavo intorno e mi sembrava di essere all’interno di un un vecchio film, in un’altra dimensione. I colori, i palazzi, le chiese, i vicoli.. qualsiasi cosa mi affascinava.. tanto che già nella prima ora avevo scattato circa 100 foto..
La prima tappa della giornata era l’Holyroodhouse Palace.
Devo ammettere che è tra i (pochissimi) posti visti che mi hanno entusiasmato meno. Sarà perché sono stata in tanti palazzi reali, molto più grandi e sontuosi (Schonbrunn è il mio preferito… ahimè Sissi è sempre stata la mia ossessione; per non parlare di Versailles ed altri).
L’Holyrood Abbey, invece, mi ha lasciato a bocca aperta: questa chiesa in rovina nel parco del Palazzo mi ha veramente affascinato.. nonostante la pioggia incessante che c’era in quel momento, che mi rovinava le foto!
Uscite dal Palazzo, mi sono girata e ho trovato una collinetta che mi ha totalmente sorpreso.. tanto che mi venne spontaneo dire “ok…sono in Scozia”… “quella collinetta è una piccola parte di ciò che vedrò nei prossimi giorni”. Pelle d’oca…
Ti sembrerà strano, perché anche io tutt’ora mi chiedo come mai quella collinetta mi ha fatto questo effetto.. d’altronde il simbolo di Edimburgo è il Castello non certo una collinetta.. Lei, infatti, per me non era simboleggiava la città, ma la Scozia: un piccolo pezzo del paesaggio del paese che da lì a poco avrei esplorato.
Piccola nota: sin da quando ero piccola, in ogni luogo che visito cerco sempre quel simbolo che mi fa dire “si, sono qui, non ci sono dubbi”.. a Londra è stato il Big Ben, a Parigi la Torre Eiffel, in Egitto le Piramidi, a New York l’Empire State Building prima e la Statua della Libertà dopo, a Vienna il Palazzo di Schonbrunn, ecc.).
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Lasciandosi l’Holyroodhouse alle spalle, era l’ora di esplorare un po’ la Old Town e, quindi, ripercorremmo il Royal Mile, fermandoci ad ogni negozietto che vedevamo… Erano troppo carini!
Era l’ora di pranzo, la pioggia era incessante quel giorno e, non essendo molto distanti dalla Stazione, decidemmo di andare a pranzare lì dentro, sperando che dopo la pioggia si calmasse.
E così è stato, tanto che siamo riuscite a raggiungere Princes Street, il cuore della New Town, senza ombrello.
Abbiamo percorso circa metà di questo lunghissimo viale, ammirando i giardini ed i monumenti, fino alla Scottish National Gallery. Da lì siamo risalite e tornate nel Royal Mile, davanti al The Hub, che, come ho detto prima, è stato anche il nostro punto di partenza.
Sfinite per i giri ed i chilometri fatti gran parte sotto la pioggia, il nostro primo giorno di tour della città si concludeva a parlare con toscani emigrati in Scozia nel Tesco vicino al nostro alloggio!
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Nel secondo ed ultimo giorno ad Edimburgo finalmente c’era il sole. Doveva esserci per forza, perché la giornata partiva con la visita a Calton Hill… e non volevo certo vederla con la pioggia!
Oooh Calton Hill. Il mio posto preferito in Edimburgo! Se hai letto il mio articolo “Edimburgo in due giorni” sai già cosa penso di questo luogo, perciò non mi dilungo..
Da Calton Hill siamo scese lungo Princes Street, percorrendo la strada che ci portasse al Castello di Edimburgo.
Dovevamo aspettare l’ora di ingresso, perciò ci siamo addentrate nelle stradine della Old Town che il giorno prima non avevamo potuto vedere.. Ed eccoci in Victoria Street.
Ho adorato questa strada, non solo per essere un luogo che ti riporta ad Harry Potter, ma perché è totalmente diversa dalle altre.. un mix tra antico e moderno perfettamente riuscito!
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Intanto lungo Castle Hill, la folla per il Fringe Festival si intensificava..
Arrivata la fatidica ora, eccoci finalmente al Castello di Edimburgo.
Se Holyroodhouse non mi aveva entusiasmato particolarmente, il Castello di Edimburgo, invece, l’ho amato!
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L’ultima tappa della giornata era il Dean Village.
Un posto fuori dal mondo… un angolo di pace e natura.. se vivessi ad Edimburgo, saprei dove comprerei casa!
Questo giorno era un po’ troppo soleggiato per i canoni di Edimburgo, infatti tempo di arrivare il questo piccolo quartiere e scattare due foto che il diluvio universale si accanì su di noi, facendo così finire il nostro ultimo giorno in città.. (beh dopo 15 km di camminata direi che ci stava.. i piedi non ne potevano più!)
Non ero triste, ero contenta di aver visto tutto ciò che mi ero prefissata, anche se mi ero resa subito conto che sarebbe valsa la pena rimanere almeno un paio di giorni in più..
4° giorno: Castello di Alnwick
La giornata inizialmente l’avevo costruita per vedere un po’ la zona sud di Edimburgo e la costa, dopo essere state ad Alnwick, però anche in questo giorno la pioggia ha fatto da padrona e quindi abbiamo limitato la visita al solo Castello, sfruttando il pomeriggio per riposarci dopo aver camminato circa 40 km in 3 giorni e visto che il giorno dopo iniziava il nostro vero e proprio tour de force.
Del Castello di Alnwick, ossia (per i fan di Harry Potter) il Castello di Hogwarts, ho parlato in questo articolo.
5° giorno: Falkland, St. Andrews, Dunnottar Castle, Aberdeen
Ecco il primo giorno effettivo del nostro tour on the road.
Per prima cosa, ti consiglio assolutissimamente di fare uno stop a South Queensferry, dove vedrai un meraviglioso panorama sul Forth Bridge.
La prima tappa della giornata è stata Falkland, da amante di Outlander non mi potevo perdere la visita a questa piccola cittadina.
St. Andrews è stata la seconda tappa. Questa città mi è piaciuta veramente tanto, sia per le attrazioni che offre, sia per l’atmosfera che si respira.
Sono tre le cose da vedere assolutamente:
- la St. Andrews Cathedral è una meta d’obbligo. Costruita nel 1158, era la più grande Cattedrale di tutta la Scozia ed il simbolo ecclesiastico per eccellenza del Paese. Fu distrutta e saccheggiata dai seguaci di John Knox (predicatore del protestantesimo); gesto che segnò l’inizio della Riforma scozzese (la formale interruzione dei rapporti tra Scozia e papato) del 1560. Adesso, infatti, è in rovina. (Per costi di ingresso ed orari di apertura clicca qui).
- il St. Andrews Pier, ossia il molo che regala una vista meravigliosa sulla città e sul Castello… molo dove vedrai anche tanta gente pazza che fa il bagno nonostante i 15 gradi, il vento e l’acqua gelida del Mar del Nord!
- il St. Andrews Castle e Castle Sands. Il primo un Castello in rovina a picco sul mare, il secondo un luogo di pace e tranquillità.
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La terza tappa della giornata era una di quelle che attendevo di più.. Dunnottar Castle.
Non ci sono parole per descrivere questo posto.. BELLISSIMO ed UNICO!
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Da Dunnottar abbiamo proseguito per Aberdeen, che ho “sfruttato” come meta di passaggio, perché era più economico pernottare lì rispetto a Stonehaven, e prima di raggiungere la casa, decidemmo di fare un giro per il centro.
Aberdeen sinceramente non ha niente di speciale, almeno per quanto ho visto io.. basta davvero poco tempo per visitarla!
Mi sento di consigliartela solo se anche tu hai bisogno di sostare prima di andare ad Inverness oppure se dovrai prendere un traghetto per le Isole Shetland o le Isole Orcadi.
6° giorno: Elgin, Culloden, Loch Ness-Urquhart Castle, Inverness
Prima tappa del giorno è stata Elgin, giusto per sgranchirci le gambe dopo 3 ore di guida..
Cittadina molto carina, con un’attrazione principale: la Elgin Cathedral. Una chiesa caduta in rovina negli anni della Riforma scozzese.
Questa cattedrale è simile a quella di St. Andrews, ma l’ingresso è a pagamento.. si può fotografare tranquillamente da fuori come ho fatto io (sinceramente non credo che valga la pena pagare il biglietto, però questo va a gusti).
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Da Elgin abbiamo proseguito per Culloden, quale seconda tappa della giornata.
Ivi abbiamo visto il campo dove nel 1746 avvenne la Battaglia di Culloden, che ti consiglio assolutamente di visitare.
Abbiamo anche incontrato per la prima volta le famose mucche scozzesi: le highlanders! (queste erano un po spelate, ma ci accontentiamo)
Dopo Culloden, la terza tappa è stata il lago più famoso di Scozia.. Loch Ness..
Non mi addentro nella storia di questo lago, perché credo che tu già sai per cosa è divenuto famoso.
Sulle sponde del Loch Ness sorge un Castello: l’Urquhart Castle.. la cui visita la ritengo veramente obbligatoria.
Dopo aver percorso la strada lungo il Loch Ness, siamo arrivate ad Inverness dove abbiamo pernottato in una casa veramente molto bella, con vista sul Moray Firth..
7° giorno: Clava Cairns, Inverness, Torridon, Applecross, Bealach na Ba road, Plockton
Dato che eravamo vicine a Clava Cairns, decidemmo di visitare questo sito risalente al periodo mesolitico come prima cosa perciò.. questo per una ragione: Outlander.
Abbiamo poi dedicato un paio d’ore della mattinata ad Inverness, capitale delle Highlands.
Questa città merita senz’altro la visita. Rispetto ad Edimburgo è molto più moderna (e più piccola); i suoi edifici, costruiti sulle rovine della città che fu distrutta nelle varie battaglie nei secoli antecedenti, risalgono al XIX secolo.
Poteva mancare un Castello? E’ no.. l’Inverness Castle è stato ricostruito nel 1836, dopo che vari assedi nel corso dei secoli lo avevano completamente distrutto. Attualmente è sede del Tribunale distrettuale.
Da qui potrai godere di un’ottima vista su tutta la città.
Salutata la capitale delle Highlands, la terza tappa della giornata era l’Applecross Peninsula.
Una di quelle cose che non vedevo l’ora di fare era percorrere la Bealach na Ba road, anche se ero anche molto agitata, perché sapevo che questa strada non sarebbe stata facile da percorrere.
D’altronde parliamo di una delle strade più pericolose al mondo.
Story time: questa strada fu costruita nel 1822 prendendo esempio dalle strade alpine (curve a gomito e pendenze a circa il 20%). Originariamente era di ghiaia grezza, molto difficile da pulire in inverno, tanto che veniva chiusa per intere settimane, e veniva usata per spostare le mandrie di mucche dalla Penisola di Applecross al resto delle Highlands. Fu asfaltata solo nel 1950.
Per arrivarci però, il primo pezzo di strada che abbiamo fatto era un preludio di ciò che da lì a poco avremmo visto a livello paesaggistico.. d’altronde è anche l’inizio della North Coast 500.
Lasciata l’autostrada a Garve, percorremmo la mia prima single track road scozzese in direzione Torridon (di cui purtroppo non ho foto perché ero intenta a guidare, bellissima strada in un affascinante paesaggio, ma anche pericolosetta..)
Torridon è un piccolissimo villaggio che sorge sulle sponde del Loch Torridon, da cui prende il nome.
Ti consiglio di fermarti in questo parcheggio che troverai lungo la A896 in direzione Shieldaig per ammirare in tutta la sua bellezza il paesaggio del Torridon. E’ veramente qualcosa di sensazionale.
Dopo Torridon arrivammo a Shieldaig, un altro piccolissimo villaggio in cui ci fermammo solo per fotografare la casetta più famosa della zona. Quanto vorrei vivere lì…
Ed è proprio dalla casetta che inizia la tortuosa strada che ci ha portato ad Applecross.
Quanti panorami mozzafiato abbiamo visto percorrendo questa strada.. e quante pecore abbiamo scansato!
Arrivate ad Applecross (una strada di fronte al mare con un negozio, un benzinaio ed un punto di ristoro), ci mancava l’ultimo pezzo della Bealach na Ba road, quello peggiore, il più tortuoso ma forse anche il più emozionante..
Curve strettissime ed un dislivello di oltre 600 metri, che apre davanti a sé uno scenario pazzesco.
Piccola nota: non è una strada facile, soprattutto per mezzi grandi, però secondo me è fattibilissima anche per chi come me non è un guidatore non esperto. Occorre, ovviamente, fare molta attenzione e non distrarsi, anche se so che è difficile perché ogni cosa intorno ti cattura.. Mi raccomando ricordati di non sostare nei passing place, perché sono fondamentali per la viabilità.
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Il tempo aveva retto fino al nostro arrivo a Plockton (per fortuna!)… poi si è trasformato in un temporale allucinante, che ci ha costretto ad infilarci nella nostra “tenda di legno” (abbiamo alloggiato in una fattoria) e non muoversi fino al mattino dopo.
Non era certo una camera di hotel e neanche una casa confortevole, dal momento che dovevamo fare 300 metri sotto la pioggia per arrivare al bagno.. però la vista era qualcosa di spettacolare!!
8° giorno: Isola di Skye
Un Tour in Scozia senza vedere Skye, è come venire a Firenze e non vedere il Duomo!
Quest’isola rapisce occhi e cuore.. Ogni angolo, ogni paesaggio è semplicemente MERAVIGLIOSO!
Mi ha lasciato l’amaro in bocca, e se hai letto l’articolo su Skye sai perché (se non l’hai fatto, vai a leggerlo appena finirai questo ovviamente!). Questo amaro, però, si è trasformato in voglia di tornarci il prima possibile per rivendicare quello che non ho potuto vedere.
9° giorno: Eilean Donan Castle, Glenfinnan, Fort William, St. Conan’s Kirk, Castle Stalker, Kilchurn Castle, Doune Castle, Falkirk
Lasciammo la nostra fattoria di Plockton, per iniziare quello che senz’altro è stato il giorno più intenso di tutto il tour, ossia quello con il tragitto in macchina più lungo.
Tante cose da vedere, tempo limitato ma soprattutto PIOGGIA INCESSANTE fino al primo pomeriggio!
Prima tappa della giornata: l’Eilean Donan Castle. Che dire? Bellissimo..
Da lì abbiamo proseguito per Glenfinnan per vedere il famosissimo Viadotto (costruito tra il 1897 ed il 1901) dove, in Harry Potter, passa l’Hogwarts Express.
Per arrivare al viadotto abbiamo percorso un sentiero (il Glenfinnan Viaduct Trail) che, se non ci fosse stato il diluvio universale, mi sarei goduta sicuramente di più.
E’ un percorso bellissimo da fare: ti porta al punto panoramico da cui potrai vedere tutta la vallata ed assistere (se hai fortuna ed arrivi in tempo – fortuna che io non ho avuto per colpa del non trovare parcheggio per la macchina) al passaggio del famoso treno.
Il percorso è ad anello e puoi partire o dal parcheggio principale del Visitor Centre, oppure dal Glenfinnan Station Museum, da dove sono partita io (circa 600 metri più avanti rispetto al primo).
Di fronte al Visitor Centre c’è una piazzetta dove sorge il Glenfinnan Monument, simbolo della rivolta giacobita, fatto costruire da Alessandro MacDonald nel 1815.
Poco distante dal monumento, sulla strada di ritorno al parcheggio del Glenfinnan Station Museum, vi è la St. Mary & Finnan Catholic Church, chiesetta deliziosa con vista sul Loch Shiel, costruita in memoria del Clan MacDonald (il Clan ospitò Carlo Edoardo Stuart prima del raduno a Glenfinnan nel 1745).
Ripresa la macchina, ripartimmo per quella che doveva essere la terza tappa, ma che poi è divenuta solo meta di passaggio: Fort William. La pioggia ed il traffico ci hanno permesso di mangiare un panino veloce e ripartire.
Da Fort William dovevamo andare a quella che sarebbe dovuta essere la quarta tappa, Glencoe, ma sempre per colpa della pioggia (non vedevamo assolutamente nulla), decidemmo di non raggiungere ed optammo per scendere lungo il Loch Linnhe, nella A828, dove ci fermammo per vedere il Castle Stalker.
La pioggia incredibilmente l’avevamo lasciata alle spalle, ma le pozze erano talmente grosse e profonde che ci impedirono di arrivare fino alla spiaggetta per vederlo meglio.
Dal Castle Stalker lungo la strada per arrivare a Stirling incontrammo prima una chiesetta, la St. Conan’s Kirk, che avevo visto su instagram per caso, e poi il Kilchurn Castle ed il Doune Castle.
La St. Conan’s Kirk sorge sulle sponde del Loch Awe, in un contesto idilliaco. E’ stata progettata intorno al 1880 da Walter Douglas Campbell per sua madre Agnes, ma venne completata molti anni dopo la sua morte da sua sorella Helen. La chiesa racchiude stili totalmente differenti fra loro e secondo me è questa la sua bellezza.
Ti consiglio di vederla se passi da lì. L’ingresso è gratuito.
A 5 minuti di distanza dalla St. Conan’s Kirk, si trova il Kilchurn Castle: un castello in rovina circondato da un paesaggio bellissimo.
Proseguendo ancora in direzione Stirling, ci siamo fermate al Doune Castle (sempre in onore di Outlander!).
Grazie al tempo che in quella zona fortunatamente si era rimesso, abbiamo potuto godere della vista di queste quattro attrazioni che senz’altro meritano.
Nota: non mi sono soffermata sui 3 Castelli perché ne ho già parlato in questo articolo.
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Stirling doveva essere l’ultima tappa della giornata prima dell’arrivo a Falkirk ma, a parte una foto di straforo al Castello, tutto ormai era chiuso e come per Fort William ci sono solo passata con la macchina.
(Stavolta non era colpa della pioggia ma del parcheggio introvabile.. avrò fatto 10 giri per le strade della città).
Arrivate a Falkirk, io distrutta dopo aver guidato per 7 ore, non abbiamo fatto altro che darsi una rinfrescata e dormire.
Questo 9° giorno è stato il più sfortunato e quello che mi ha mandato all’aria i piani della giornata, però mi ha portato a vedere luoghi che non avrei visto altrimenti e quindi direi che non tutto il male viene per nuocere! Tienilo bene a mente..
Ed anche in questo caso, come per Skye, direi che riuscirò a prendermi la rivincita!
10° giorno: Falkirk
Avendo la mattinata a disposizione, dato che avevamo l’aereo per Dublino nel primo pomeriggio, siamo andate a vedere le due cose per cui Falkirk è famosa: la Falkirk Wheel e The Kelpies.
La prima è un ascensore idraulico ruotante per le imbarcazioni, inaugurata nel 2002 dalla Regina Elisabella II d’Inghilterra.
La seconda, invece, è un’opera di Andy Scott che rappresenta due enormi teste di cavallo (sono alte 30 metri) interamente d’acciaio. Il nome Kelpie riporta alla mitologia celtica e si riferisce ad un demone, spesso identificato come un cavallo bianco. Queste due teste rappresentano la guardia che questi due mitici animali fanno fare alle tradizioni ed al passato della Scozia.
La location in cui si trovano queste due sculture era veramente molto bella.. a Falkirk senz’altro non manca il “verde”!
E nemmeno il vento! ahahaha
Nota: ho scelto questa città per l’ultima notte non solo perché era economica, ma anche per comodità e vicinanza all’aeroporto di Edimburgo (dista circa 30 minuti).
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L’ora X si avvicinava e la malinconia iniziava a prendere il sopravvento, all’aeroporto non ero per niente entusiasta di lasciare la Scozia, anche se la vacanza non era finita e mi aspettavano cose altrettanto belle.
La Scozia, però, mi aveva rapito.. stavo lasciando lì il mio cuore, non sapendo quando avrei potuto riprenderlo..
Tornerò presto in questo paese, lo sento! Ho ancora tante cose da vedere e da fare che un solo viaggio lì non mi basta..
CONCLUSIONI
Questo è stato il mio (primo) tour scozzese.
E’ stata un’esperienza fantastica (anche se con qualche intoppo, ma quelli ci sono sempre!) che porterò sempre con me.
Spero di averti dato ancora di più la spinta per intraprendere il tuo viaggio in Scozia con un mezzo proprio, perché secondo me non c’è miglior modo di vedere questo paese; non solo per la libertà che ti regala, ma anche perché la Scozia è una terra selvaggia e molti luoghi sono irraggiungibili con mezzi tipo autobus o treni.. non te la godresti appieno!
Concludo questa serie di articoli dandoti un consiglio che avrei dovuto seguire io per prima, ma che non avevo assolutamente previsto.. Se segui il mio itinerario, prenditi almeno 15 giorni di tempo.. Fai il viaggio con calma, assapora la tradizione, goditi i paesaggi ed i panorami che la Scozia ha da offrire.. e perditi in questo paese.. fai un programma, almeno le tappe in cui dovrai fermarti e pernottare (fondamentale, perché la Scozia in agosto è veramente strapiena di turisti), ma lascia fare al caso!
Come detto prima, ho avuto un po’ di impedimenti nel seguire alla lettera ciò che mi ero prefissata, ma questo mi ha portato a vedere altri luoghi stupendi che non avrei visto altrimenti..
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Spero, ancora una volta, di essere stata esaustiva nel racconto e di averti dato le dritte di cui hai bisogno.. Per qualsiasi altra cosa scrivimi.. sono a tua completa disposizione! 🙂
A presto.. !
PS. Se intraprenderai un viaggio in Scozia, scrivimelo nei commenti e raccontami il tuo itinerario.. sono curiosa.. 😉