Musha rain dum a doo, dum a da.. Whack for my daddy, oh.. Whack for my daddy, oh.. There’s whiskey in the jar, oh
Colonna sonora del mio viaggio in Irlanda..
Il mio viaggio in Irlanda è stato un po’ una toccata e fuga..
E’ nato per caso, grazie ad un volo super economico di Ryanair da Edimburgo a Dublino, acquistato per realizzare uno dei miei sogni: vedere le Cliffs of Moher.
Vista questa occasione, nel giro pochi giorni avevo già preparato un itinerario e prenotato tutto il necessario per scoprire i posti più famosi di questo Paese!
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Per questo viaggio scelsi di non prendere un’auto a noleggio, preferendo prenotare due tour di una giornata ciascuno con GetYourGuide, entrambi con partenza da Dublino.
Questa scelta l’ho fatta sia per una questione di risparmio, sia per comodità e non me ne sono pentita.
E’ chiaro che un viaggio organizzato toglie la libertà, però è anche vero che una guida ti da informazioni e curiosità che non si trovano su internet o nei libri.
Indice
- Organizzazione
- Itinerario
Organizzazione
Devo ammettere che, a differenza della Scozia, organizzare il (mini) viaggio in Irlanda è stato semplice.
Avevo le idee chiarissime su cosa vedere e cosa fare, dovevo solo far rientrare tutto in quei 5 giorni.
La base, come detto sopra, era Dublino.
Per vedere la città avevo letto (nei vari siti e blog) che bastavano un paio di giorni, anche se io in realtà l’ho vista in uno solo, sia perché quando sono in vacanza sono una grande camminatrice e sia perché non mi sono soffermata nel vedere tutti i musei.. non era il mio primario interesse.
Volo ed alloggio
Consultato, come al solito, Skyscanner prima e Ryanair dopo, acquistai il volo Edimburgo-Dublino alla modica cifra di 45,00 € (priorità con posto prenotato e 2 bagagli a mano).
Per il pernottamento, prenotai una stanza in una casa privata su AirBnB per rientrare nel budget che mi ero fissata nell’organizzazione generale dei 15 giorni di vacanza (Scozia+Irlanda). Ho pagato 170,00 € per una camera matrimoniale (eravamo in due) con bagno privato e colazione.. (Se hai bisogno, ti manderò il link dell’alloggio in privato)
La casa è decentrata, ma fortunatamente davanti c’è la fermata dell’autobus che porta direttamente in centro città in circa 30 minuti.
Itinerario
1-2° giorno: Dublino
La capitale dell’EIRE. Patria della birra Guinness. Dublino racchiude in sé cultura e modernità.
E’ una città frizzante e multiculturale, fatto dovuto principalmente perché ivi è presente una delle più antiche e prestigiose università al mondo: il Trinity College.
Questa università è davvero immensa e racchiude in sé il luogo più famoso e più visitato della città: The Old Library (se hai visto Harry Potter la riconoscerai sicuramente).
Conclusa la visita all’università, non poteva certo mancare una camminata per le stradine del centro, dove si trova il Bar più famoso (e più fotografato) di tutta Dublino.. il Temple Bar!
Il centro di Dublino è piccolo ed il miglior modo per vederlo è a piedi.. Anche perché si passa tra palazzi super colorati e fioriti, con la musica irlandese di sottofondo; musica che mi metteva sempre tanta voglia di ballare e tanta allegria!
Le attrazioni assolutamente da vedere sono: il Trinity College (come sopra detto), la St. Patrick Cathedral, la Christ Church Cathedral, il Castello e la Fabbrica della Guinness (se sei appassionato di birra è imperdibile).
E se vorrai scappare un po’ dal caos cittadino, ti consiglio di farti una passeggiata nel Phoenix Park (il polmone di Dublino, nonché il giardino più grande d’Europa, in cui, peraltro, si trova lo Zoo di Dublino)ad o nei piccoli e seminascosti giardini, dove il tempo sembra essersi fermato.
PS: Non mi sono soffermata molto su Dublino perché ne parlo in questo articolo.
3° giorno: Cliffs of Moher, Burren e Galway
Con la speranza di vivere questo giorno tanto atteso con il sole, cosa che per fortuna è accaduta, iniziava così il primo tour guidato.
Partiti all’alba dal centro di Dublino, 3 ore circa di strada e ci siamo ritrovate alla prima tappa della giornata:
l’antico sito monastico di Kilmacduagh.
Kilmacduagh è un piccolo villaggio, conosciuto soprattutto per le rovine di un’antica abbazia, da cui prende il nome.
Intorno all’abbazia vi è un cimitero celtico, un municipio medievale ed una torre cirolare alta 34 m.
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Dal villaggio di Kilmacduagh, proseguimmo sulla strada che ci avrebbe portato alla tappa principale della giornata:
le Cliffs Of Moher
Un sogno che si realizza, un’emozione indescrivibile. Le “scogliere della rovina” (dal gaelico “Aillte an Mhothair”) sono una delle cose più belle che abbia mai visto..
Lunghe circa 8 km ed alte circa 200 metri, queste scogliere a picco sul mare 300 milioni di anni fa erano un fondale marino.
Il punto più alto è Knockardakin, con i suoi 214 metri di altezza!
- Percorso:
La visita parte (e si conclude) nel Visitor Centre, dove vi è un percorso fotografico ed audiovisivo che illustra la flora e la fauna presenti in loco, un bar, i servizi sanitari ed un negozio di souvenir.
Dal centro visitatori la strada si divide in due parti: una che va verso sud, ossia verso la Hag’s Head (per arrivarci occorrono circa due ore), ed una verso nord, ossia verso la O’Brien’s Tower (torre circolare in pietra costruita nel 1835, che racchiude una leggenda che narra che le signore venivano attirate ed inseguite intorno alla Torre per essere baciate da Sir Cornellius sotto l’archetto con la scusa che portasse fortuna. E’ usanza attuale, infatti, fare due giri di corsa intorno alla Torre, passando sotto l’archetto).
Anche se il percorso è transennato ed è in quasi tutti i tratti è piuttosto sicuro, occorre prestare molta attenzione: purtroppo le Cliffs non sono famose solo per la loro bellezza naturale, ma sono state teatro (sia nel passato, sia nel presente) di molti incidenti mortali. Come sempre occorre avere buon senso.
Nel sentiero verso sud, guardando però a nord, vedrai nel mare un piccolo sperone roccioso a punta, staccato dal resto della scogliera, chiamato Breanan Mor.
Vicino al Breanan Mor, vi è la Giant’s Cave (la “Grotta del Gigante”), una cavità alta quasi 100 metri, raggiungibile solo in barca ma visibile anche dalla O’Brien Tower.
- Consigli ed orari di visita:
se vedrai le Cliffs senza tour organizzato, ti consiglierei di andarci in orari meno “turistici” per fare foto ancora più belle: la mattina presto, oppure l’ora del tramonto sono gli orari TOP.
La visita è gratuita e l’accesso alle Scogliere è sempre aperto. Per il Visitor Centre e per il parcheggio, invece, gli orari di ingresso sono i seguenti: gennaio, febbraio, novembre e dicembre dalle 9:00 alle 17:00; marzo, aprile, settembre, ottobre dalle 8:00 alle 19:00; maggio, giugno, luglio ed agosto dalle 8:00 alle 21:00
- Come vestirsi: Kway e scarpe da trekking.
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Lasciate le Cliffs Of Moher, ci addentrammo in un paesaggio che copre circa 300 km2 di territorio irlandese…
il Burren
La “Terra di Rocce” (dal gaelico Boireann) è una vasto tavolato calcareo, unico al mondo, tanto che il Governo Irlandese ha fatto diventare la parte sud-est un Parco Nazionale.
Descrivere questo posto non è per niente semplice: non so com’è il territorio lunare, ma secondo me il Burren ci si avvicina..
Questa distesa di rocce infinita, dove hai il timore anche di camminare perché alcune sono lisce e scivolose, che si scontra con l’Oceano Atlantico.. Le onde che si infrangono nelle scogliere, il rumore del vento.. la pace totale! E’ un posto magico e da vedere assolutamente..
Curiosità: il Burren ha una particolarità ed è che pur essendo arido, tanto da essere disabitato, nelle insenature delle rocce, ove entra e rimane “intrappolata” la pioggia, nascono fiori e piante alpine.
Come si è formato: 350 milioni di anni fa la zona era sotto il livello del mare, 250 milioni di anni fa il movimento delle zolle sulla crosta terrestre ha causato delle fratture del pavimento roccioso, creando questo paesaggio (fonte: Irlandando.com).
Luoghi di interesse: oltre al territorio, che già di per sé è straordinario, il Burren è ricco di siti archeologici risalenti alla preistoria. Tra questi cito il Poulnabrone Dolmen (una tomba risalente al 3200 a.C.) ed il Cahercommaun Fort (un forte circolare in pietra). Sono presenti anche castelli (il Ballinalacken Castle ed il Leamaneh Castle) e grotte (tra tutte però solo le Ailwee Caves sono accessibili al pubblico).
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Attraversammo il Burren, insieme alla nostra bellissima mascotte, passando da un paesaggio dove il grigio delle rocce era prevalente, al verde delle colline e dei prati che si incontrava con il blu dell’oceano.. paesaggio che mi tenne incollata al finestrino per tutto il tragitto..
Questo tragitto, ci portò nel capoluogo della Contea ove ci trovavamo:
Galway
“She played the fiddle in an Irish band but she fell in love with an English man.. Kissed her on the neck and then I took her by the hand Said baby I just want to dance.. With my pretty little Galway Girl.. You’re my pretty little Galway Girl”
Ed Sheeran – Galway Girl
Se Dublino è una città vivace, Galway lo è molto di più..
Questa città sprizza gioia e musica in ogni angolo. Non a caso si trovano continuamente persone che suonano, ballano e cantano. Oltre alle case tutte colorate che mettono allegria anche quando il cielo è grigio..
E’ una piccola città, che potrai vedere benissimo in un’oretta e che ti immergerà nella vera cultura irlandese. Almeno questo è ciò che ho provato io.
Di attrazioni principali ce ne sono due: la St. Nicholas Cathedral (cattedrale gotica del 1320) ed il Lynch Castle (un’antica fortezza risalente al 1400 ove abitava la famiglia Lynch che è stata padrona della città per secoli).
Nota: Se hai la possibilità di vederla a fine luglio durante il Galway Arts Festival, coglierai ancora di più lo spirito di questa cittadina.
Shopping: ci sono tanti negozietti dove puoi trovare di tutto e di più, ma uno in particolare non te lo devi perdere se sei amante dei gioielli:
Claddagh Jewellers, dove vendono il famoso anello di fidanzamento irlandese composto da due mani (simbolo di amicizia) che tengono un cuore (simbolo dell’amore) con una corona (simbolo di lealtà). Questo simbolo lo troverai in tutte le salse: anelli, collane, orecchini ed altra oggettistica. E’ un must have come ricordo irlandese.
Advertising: questo fantastico Tour l’ho pagato € 45,00 (il prezzo però di tanto in tanto cambia e va a seconda delle date). Clicca qui nel caso sei interessato.
4° giorno: Irlanda del Nord = Belfast, Selciato del Gigante e Ponte di Corda di Carrick-a-Rede
Anche questo giorno iniziò all’alba, sempre con la speranza che non ci travolgesse la pioggia.
(Il meteo dei paesi del Nord è sempre un punto interrogativo!)
Non sapevo cosa aspettarmi da questa giornata.. Ero molto curiosa ed elettrizzata.
La prima tappa era Belfast, la capitale dell’Irlanda del Nord e le sensazioni che avevo durante il tragitto non sono facili da descrivere, forse perché ero anche influenzata dal racconto della nostra guida..
La verità è che è strano sapere di essere nella stessa isola ma vedere prima le bandiere irlandesi, le scritte in euro ed in cartelli stradali in km, e poco dopo le bandiere inglesi, le scritte in sterline e le miglia..
Durante l’attraversamento del confine, ove peraltro non molto tempo fa c’era una vera e propria frontiera (con controlli di passaporti e dogana), che probabilmente sarà ripristinata, la nostra guida ci continuava a dire che gli irlandesi sono terrorizzati dalla Brexit, perché temono (direi giustamente) di rivivere il periodo, per di più recente, che hanno vissuto e di cui ti voglio riassumere un po’ le vicende (fonte: wikipedia).
D’altronde andare in Irlanda del Nord ed a Belfast in particolare senza sapere un po’ la storia (che io per prima – da ignorante – non conoscevo) ti garantisco che è limitante.
Storia (recente) della Repubblica d’Irlanda e dell’ Irlanda del Nord
Dopo secoli di scontri tra Irlanda ed Inghilterra, nel 1921 venne “creata” l’Irlanda del Nord, con Belfast come capitale, dopo la divisione stabilita dal Parlamento del Regno Unito in una legge del 1920, mentre nel 1922 nacque lo Stato Libero d’Irlanda, o Repubblica d’Irlanda, con Dublino capitale.
Questa legge venne istituita a seguito di continue tensioni tra i cattolici/nazionalisti (repubblicani) che chiedevano l’indipendenza dal Regno Unito ed i protestanti/unionisti (lealisti) che volevano mantenere i rapporti con l’Inghilterra.
Il governo locale avviò una politica di discriminazione nei confronti della minoranza nazionalista/cattolica, che si sentiva molto più legata alla Repubblica d’Irlanda e questo portò l’inizio dei tumulti e degli scontri che durarono dagli anni Sessanta fino alla fine degli anni Novanta.
Un evento, in particolare, fece precipitare la situazione: il 30 gennaio 1972 a Derry, durante una manifestazione pacifica, un gruppo di paracadutisti dell’esercito britannico aprì il fuoco sulla folla, uccidendo 14 civili disarmati; questo giorno passò alla storia come “Bloody Sunday” – domenica di sangue).
Bodies strewn across the dead end street but I won’t heed the battle call.
U2 – Sunday Bloody Sunday
It puts my back up. Puts my back up against the wall. Sunday, Bloody Sunday
Per reazione i nazionalisti si rivoltarono contro l’esercito britannico e nacque l’IRA (Irish Republican Army).
L’apparizione dell’IRA e dei gruppi terroristici lealisti quali l’Ulster Defence Association ed altri, catapultarono l’Irlanda del Nord in una terribile guerra civile.
Gli estremisti di entrambi gli schieramenti portarono avanti una serie di omicidi, attentati e ferimenti, spesso ai danni di civili innocenti, causando la morte di oltre 3000 persone.
Questo periodo passò alla storia come “The Troubles”.
Dopo vari tentativi, il 10 aprile 1998 le due parti riuscirono ad arrivare ad un accordo di pace, conosciuto come “Good Friday Agreement” (Accordo del Venerdì Santo).
Questo fu un accordo multilaterale tra la maggior parte dei partiti dell’Irlanda del Nord ed un accordo internazionale britannico-irlandese tra il Governo del Regno Unito e quello della Repubblica d’Irlanda, che stabiliva una serie complessa di disposizioni tra cui lo status e le relazioni tra la Repubblica d’Irlanda ed il Regno Unito, tra l’Irlanda del Nord e la Repubblica d’Irlanda e tra l’Irlanda del Nord ed il Regno Unito.
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Un simbolo, tutt’ora esistente, che rappresenta (e, purtroppo, ricorda) ciò che accadde in quegli anni sono le Peace Lines: una serie di muri, presenti prevalentemente nelle due città più colpite dai Troubles, Derry e Belfast, costruiti inizialmente (la prima parte del muro risale al 1969) dai cattolici/repubblicani per difendersi dagli attacchi dei protestanti/lealisti e poi mantenuti e rinforzati per prevenire ulteriori conflitti. Attualmente raggiungono i 15 km di lunghezza ed 8 metri di altezza (nei punti più alti).
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Tornando al nostro itinerario, la prima tappa della giornata è stata la capitale dell’Irlanda del Nord..
Belfast
Il nostro Tour organizzato prevedeva la scelta tra due opzioni: il “black taxi tour” nelle strade di West Belfast con guida, oppure la visita al Museo del Titanic.
Ero molto indecisa su cosa fare fino all’ultimo secondo, ma la curiosità di scoprire di più sulla storia che avevo ascoltato in Pullman mi spinse a scegliere il Tour in taxi. Cosa che, peraltro, ti straconsiglio di fare.
In cosa consiste il Tour in taxi? in poche parole, il tassista ti porta nei luoghi più significativi del periodo dei Troubles, raccontando ciò che lui in prima persona ha vissuto.
La speranza di non rivivere più quei giorni ed il terrore che possa succedere nella voce e negli occhi del tassista che ci ha accompagnato è stata davvero un colpo al cuore..
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Belfast è stata la città più colpita ed “insanguinata” nel periodo dei Troubles: attentati, esplosioni, assassinii e violenza per strada hanno caratterizzato il periodo più cupo nella storia di questa città. Tra il 1969 ed il 2001 furono uccise più di 1500 persone.
Nella metà degli anni ‘70, di giorno era un campo di battaglia e di sera una città fantasma, dove si rischiava di essere uccisi per essersi trovati nel posto sbagliato, al momento sbagliato.
Particolarmente agghiacciante fu la vicenda degli Shankill Butchers (i “Macellai di Shankill”): un’unità dell’Ulster Volunteer Force di Shankill Road che rapiva ed uccideva cittadini repubblicani tagliando loro la gola dopo averli orribilmente torturati e mutilati.
I due principali quartieri dove avvennero gli scontri sono divisi dal Peace Wall. I cancelli di collegamento tra le due parti vengono tutt’ora chiusi ogni sera alle 21:00 e riaperti la mattina alle 6.00.
I Murales presenti lungo il muro, nati nati nei primi anni del ‘900 per protestare contro l’autogoverno dell’Irlanda, divenuti poi, nel corso nei decenni, un simbolo di protesta collettivo, nonché un modo per commemorare eventi storici e politici, sono diventati nel tempo l’attrattiva turistica principale di Belfast.
Essi sono il mezzo per dar voce alle emozioni della popolazione.
Non sono presenti soltanto lungo le mura nella West Belfast, ma anche nei muri delle abitazioni sia nella parte lealista (Shankill Road), sia in quella repubblicana (Falls Road).
La differenza tra i due quartieri è molto evidente anche nei Murales: nella parte repubblicana i temi trattati sono pressoché politici, storici e simbolici; nella parte lealista i temi sono per lo più militareschi e minacciosi, intenti a dimostrare l’appartenenza e la lealtà alla corona britannica.
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Belfast mi ha lasciato un po’ l’amaro in bocca.. la storia di questa città mi ha veramente travolto, soprattutto perché non è definitivamente conclusa.. la pace è molto fragile!
Ciò che mi ha fatto rimanere perplessa è pensare che Berlino nel 1989 abbattè il muro, voltando pagina e facendo rinascere la sua gente! Belfast, invece, nonostante sia una città che non è certo in Medio-Oriente (considera che per loro questo muro è come la Striscia di Gaza), nel 2020 vive ancora con un muro che la divide, che ricorda loro ogni giorno ciò che hanno vissuto e con la paura costante dello scoppio di una nuova guerra civile..
Nota: il “Black Taxi Tour” è davvero imperdibile ed è il modo migliore per capire la storia e l’anima della città dal punto di vista di chi ci vive. L’unica pecca è che sono tour in inglese, anzi in irlandese (che non è proprio uguale), perciò se non conosci la lingua magari ti consiglio di farti aiutare da un traduttore oppure informarti se c’è qualcuno che lo fa in italiano.
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Lasciata Belfast, passammo per la Causeway Coast, attraversando un paesaggio magnifico che ci avrebbe portato alla Giant’s Causeway (il Selciato del Gigante).
Poco prima del parcheggio del Selciato del Gigante, sorgono le rovine di un meraviglioso castello che si trova su una scogliera a picco sul mare: il Dunluce Castle.
Giant’s Causeway
40.000 colonne di basalto esagonali di origine vulcanica, risalenti a 50-60 milioni di anni fa che sporgono nell’Oceano Atlantico, formano uno di quei luoghi più particolare ed unici al mondo, divenuto Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO nel 1986.
E’ una meta molto… molto turistica (grazie anche a Games of Thrones). Credimi: non è per niente facile fare foto senza che qualcuno ti passi davanti o si metta in mezzo.. bisogna trovare i punti strategici!
D’altronde è un paradiso naturale di rara bellezza, che mi ha emozionato più di quanto immaginassi ed è entrato nella mia Top 10 dei luoghi più belli che ho visto..
Il paesaggio, il mare di fronte, le montagne alle spalle, queste strane colonne di basalto.. .è davvero incredibile!
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Perché si chiama sentiero del Gigante? Semplice. Questo luogo è fulcro di molte leggende.. quella, però, più diffusa riguarda il gigante Fionn MacCumhaill (anglicizzato in Finn McColl) che avrebbe costruito un selciato per raggiungere la Scozia per combattere il gigante rivale, Angus. Finn, però, si addormentò prima di andare in Scozia, perciò quando Angus venne per cercarlo, la moglie di Finn, Oonagh, lo coprì con un drappo, convincendo il rivale che in realtà quello fosse il loro bambino. Vedendo la stazza di quello che pensava fosse il figlio di Finn, Angus, si impaurì pensando all’ipotetica stazza del padre e così scappò in Scozia terrorizzato, distruggendo il selciato per evitare di essere inseguito da Finn.
Queste leggende si sono fatte forti nelle credenze popolari dal momento che dall’altra parte del Selciato, sulla costa scozzese, l’isola di Staffa ha, per l’appunto, le stesse formazioni basaltiche, specialmente nella grotta di Fingal.
- Percorso:
dal Centro Visitatori ci sono 2 sentieri, uno facile (Blue Trail) ed uno un po’ più difficile (Red Trail). Io ho fatto il primo (avevamo le ore contate), con il quale si raggiunge il Selciato in una ventina di minuti a piedi (il percorso è di 1.2 km), oppure in pulmino (il cui costo se non erro è di 2 £), cosa che però ti sconsiglio, perché è il miglior modo di vedere tutto il paesaggio è a piedi.
Il secondo percorso è senza dubbio il più suggestivo, nonché panoramico: si sale fino al punto più alto e si scende verso il mare su una ripida scalinata (3-4 km in totale).
- Consigli ed orari di visita:
se dovessi tornarci un giorno, sicuramente farò il percorso più lungo, quello panoramico (il Red Trail per intenderci).. Deve essere spettacolare! Perciò, se hai più tempo di quello che avevo io, ti consiglierei vivamente di fare quel percorso, d’altronde è quello più completo..
L’ingresso è gratuito, ma se vorrai fare una visita più completa con audioguida (che ti racconterà tutta la storia e le curiosità del posto), il costo è di 9 £ per gli adulti e 4.50 £ per i bambini (compreso nel prezzo c’è anche il parcheggio, l’opuscolo con la cartina ed il Centro visitatori). Noi avevamo i biglietti inclusi nel costo del Tour.
Gli orari di apertura sono i seguenti: gennaio, febbraio, novembre e dicembre dalle 9.00 alle 17.00; marzo ed ottobre dalle 9.00 alle 18:00; aprile, maggio, giugno, luglio, agosto e settembre dalle 9.00 alle 19:00.
- Come vestirsi:
k-way o felpa a portata di mano e scarpe da trekking (non fare il mio errore – avevo un paio di sneakers con suola liscia – le rocce sono piuttosto scivolose, occorre prestare molta attenzione ed avere prudenza).
Se hai bisogno, in loco sono presenti molti “controllori”, che, oltre al fischiare contro la gente che fa cose proibite e pericolose, ti possono aiutare in caso di difficoltà.
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Salutato, a malincuore, il Selciato del Gigante, l’ultima tappa della giornata è stata
il Ponte di Corda di Carrick-a-Rede.
Per fortuna il tempo era ancora dalla nostra parte (a parte il vento che soffiava parecchio forte e le nuvole grigie che non promettevano nulla di buono) e ci ha permesso di passare 1 ora in questo luogo senza ombrello e, soprattutto, ci ha permesso di attraversare il ponte!
Questo lo dico perché è possibile accedere al Ponte solo se ci sono buone condizioni meteorologiche. Ovviamente questo per la sicurezza di tutti.
Il ponte è lungo 20 metri, su un altezza di 30 metri sopra il livello del mare e fin dal 1784 collega la terraferma a Carrick Island, una riserva naturale di pesca del salmone. L’attuale ponte risale al 2008 ed è molto più sicuro e solido rispetto a quello iniziale costruito dai pescatori, fatto solo con una corda e tegole di legno.
Il bello di questo posto, però, non è il Ponte in sé per sé, ma il paesaggio meraviglioso che lo circonda..
- Percorso:
La strada per arrivarci (dal parcheggio si cammina per circa 1 km) è un sentiero facile, sterrato che offre un panorama su un paesaggio bellissimo.. da qui si può intravedere anche la costa della mia amata Scozia (se il cielo lo permette) !
La coda per attraversarlo è stata lunga, perchè fanno passare poche persone alla volta (se non erro 8) sia in un verso, che nell’altro ed a proposito di questo ti dico di fare una cosa: cerca di scattare una o al massimo due fotografie velocemente e poi passa oltre.. le attese sono veramente lunghe e si dilaga il nervosismo nelle persone..
Devo ammettere che fa un po’ impressione camminarci sopra, soprattutto se come me lo attraversi durante una soffiata forte di vento.. ma è anche molto suggestivo e direi divertente!
- Consigli ed orari di visita:
Se soffri di vertigini, ti sconsiglierei l’attraversamento a meno che non passi a tutta velocità senza guardare in basso. Puoi sempre arrivarci e fotografarlo senza pagare il biglietto.
Eh sì.. per l’attraversamento si pagano 9 £ gli adulti, 4,50 £ i bambini, non proprio economico per fare 5 passi ed una foto.. L’ingresso è gestito da alcuni addetti che controllano i biglietti ed il passaggio. Io anche in questo caso lo avevo compreso nel prezzo del Tour.
Se non vuoi attraversare il ponte, puoi fare il sentiero senza pagare nulla.
E’ aperto tutto l’anno, ma come ti dicevo poc’anzi se il meteo è sfavorevole, il ponte rimane chiuso. Gli orari sono questi: dal 1 gennaio al 27 febbraio e dal 29 ottobre al 31 Dicembre dalle 10.30 alle 15.30; dal 28 Febbraio al 26 Maggio e dal 3 settembre al 28 ottobre dalle 10.00 alle 18.00; dal 28 Maggio al 2 Settembre dalle 10.00 alle 19:00.
Advertising: questo incredibile Tour l’ho pagato € 75,00 (il prezzo, come per il Tour precedente, può variare a seconda delle date). Clicca qui nel caso sei interessato.
5° giorno: Ritorno in Italia
Nell’ultimo giorno in terra irlandese, nonché nell’ultimo giorno di vacanza.. anche il cielo piangeva!
Devo dire, però, che siamo state fortunate, perché il tempo in Irlanda è stato sempre bello (ha piovuto un po’ solo il primo giorno a Dublino ed al ritorno dall’Irlanda del Nord.. ma va bene dai.. non ci lamentiamo.. perché comunque ci ha permesso di goderci appieno e senza problemi i pochi giorni che avevamo.
Lasciammo nella tarda mattinata la nostra casetta “Dublinese” per dirigerci verso l’aeroporto ed è proprio in aeroporto che ad ogni viaggio tiro le somme sull’esperienza fatta.
Sull’aereo poi.. si sprigionano tutti i pensieri! Capita solo a me?
Mmm.. penso di no, o meglio, penso che questa sia una cosa piuttosto comune, d’altronde guardi fuori dal finestrino e ti ritorna in mente tutto ciò che hai visto e vissuto.. le emozioni positive che ti ha portato quel viaggio.. ma anche le negative!
CONSIDERAZIONI FINALI
L’Irlanda che ho visto (che diciamocelo… è poco e nulla…) da una parte mi ha deluso.. Dublino in particolare.. da un’altra parte mi ha confermato i posti che sapevo già che avrei amato (Cliffs of Moher e Selciato del Gigante) e da un’altra parte ancora mi ha lasciato senza parole – nel senso positivo si intende – (il Burren e, soprattutto, Belfast).
Farò un altro viaggio in Irlanda? Beh forse si.. mai dire mai.. Sicuramente se ci tornerò, tra le cose che farò è fotografare le Cliffs of Moher all’ora del tramonto (o all’alba) e fare il percorso panoramico del Selciato del Gigante..
5 giorni sono stati sufficienti? Per me si.. perché come detto all’inizio avevo in mente posti ben precisi da vedere..
Certo devo ammettere che in Irlanda del Nord ci sarei stata volentieri anche un giorno in più, per scoprire ancora meglio Belfast e per vedere il Museo del Titanic..!
Consiglierei i Tour organizzati? Sì, se hai poco tempo sono l’ideale! Vedi più cose durante la giornata ed hai modo anche di riposarti nel tragitto..
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Spero di averti dato un inquadramento generale e le dritte giuste per effettuare al meglio un Tour di pochi giorni alla scoperta delle bellezze irlandesi.
Se avrai bisogno di qualche informazione più dettagliata o qualche precisazione.. non esitare a scrivermi!
Se, invece, sei stato già in Irlanda e ti va di raccontarmi la tua impressione su quest’isola, lasciami un commento..
A presto.. 🙂
Ciao Ambra, volevo chiederti se per il tour Belfast e Giant c. Basta avere la carta d’identità, utilizzando get yuor guide
Quando ci sono stata io si, bastava, ma io ci sono stata prima della Brexit. Ora purtroppo occorre il passaporto. Ti dico anche che non c’è una vera frontiera e correresti il rischio di essere fermato solo nel caso che la polizia ferma per un controllo casuale. Onde evitare problemi o spiacevoli imprevisti, ti consiglio di contattare l’organizzatore del tour.
[…] il punto di partenza del mio mini-viaggio alla scoperta delle bellezze irlandesi (clicca qui se vuoi vedere l’itinerario […]